Corriere della Sera - La Lettura

Un teatro di orge e misteri rimesso in scena ogni anno

- Di VINCENZO TRIONE

Provate a immaginare uno spettacolo che rievoca le feste bacchiche pagane, i riti dionisiaci, i saturnali o i lupercali dell’antica Roma e fa respirare le medesime atmosfere raccontate da Petronio nel Satyricon. Si intitola Teatro delle orge e dei misteri. Ne è autore uno tra gli animatori dello scandaloso movimento azionista, teorico di un’estetica notturna, «trasfigura­tore della notte» (secondo il filosofo Michel Onfray): Hermann Nitsch (Vienna, 1938). Vi convergono immagine, scrittura, movimento, suono. Una partitura progettata dall’artista austriaco cui prendono parte attori e spettatori, che sono invitati a cospargers­i di sangue e di colore rosso, sguazzare nell’acqua sporca, camminare a piedi nudi sulle interiora, sventrare agnelli crocefissi, in un rituale esoterico.

In una sequenza di un recente film di Mario Martone, Capri-revolution, è stata ricreata una situazione simile. Dunque, una forma di riscrittur­a dell’Ultima cena. Una drammaturg­ia concepita alla fine degli anni Cinquanta e, da allora, replicata annualment­e con minime variazioni. Un’epica ospitata in varie sedi e, dal 1971, allestita presso il castello barocco di Prinzendor­f, in Austria, durante la settimana della Pentecoste. Un’opera totale, che non potrà mai dirsi conclusa, perché va a coincidere con la vita stessa del suo ideatore. Un’opera, ha detto un critico tedesco, pensata come un verbo all’infinito.

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