Corriere della Sera - La Lettura
Jenkins, rabbia e amore «Omaggio a Baldwin»
Ha scritto l’adattamento del romanzo ancora prima di acquisirne i diritti. Tale l’urgenza, per Barry Jenkins (Oscar per la sceneggiatura di Moonlight, da lui diretto, che nel 2017 ha vinto anche la statuetta per miglior film e attore non protagonista), di portare sullo schermo Se la strada potesse parlare di James Baldwin che Fandango ha ripubblicato in Italia con postfazione di Joyce Carol Oates. «Era l’estate del 2013, la gioia di adattare quel libro — racconta a “la Lettura” — era sufficiente, il premio era lavorare sulle pagine di Baldwin. Sono ancora pochi gli autori afroamericani portati al cinema e lui è un punto di riferimento imprescindibile per la valorizzazione di un nostro canone». Quando poi si è trattato di girare il film (in uscita per Lucky Red giovedì 24 gennaio), Barry Jenkins non era più un nome da tenere d’occhio dopo Medicine for Melancholy (2008) ma un numero uno che tutti si contendono (ora sta lavorando alla serie tv tratta da La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead). E Se la strada potesse parlare — storia dell’amore tra la giovanissima Tish e l’amico d’infanzia Fonny (Kiki Layne e Stephen James: sopra in una scena e sul set col regista, al centro) nella Harlem Anni 70 in balia di ostacoli e ingiustizie — è diventato per lui una sorta di opera-manifesto, proprio in nome del suo autore prediletto, scomparso in Francia nel 1987. Scrittore di lotta e sentimento.
«La sua eredità è preziosa. Pochi come lui — aggiunge — sanno restituire le sofferenze che i neri hanno subìto sin dalla fondazione dell’America ma nel contempo esaltare l’orgoglio, la bellezza, l’umanità dei personaggi, la forza dei legami familiari. E l’equilibrio tra queste due anime della sua opera, quella politica e quella romantica e sensuale, la rende dirompente». Rabbia e amore. Che, insegna Baldwin, per i neri può essere l’arma segreta. «Bisogna fidarsi dell’amore. Come fa Tish per salvare Fonny, in galera per un’accusa ingiusta di stupro, da un destino già scritto. È la storia dei neri d’America». Un po’ anche la sua, ammette Jenkins. «Quella di Moonlight è il tipo di famiglia in cui sono cresciuto. Questa della Strada quella in cui avrei voluto crescere». Gli ha già portato 2 premi per la sceneggiatura. «Far conoscere Baldwin: la mia vittoria». ( stefania ulivi)