Corriere della Sera - La Lettura

Sfacciatam­ente ricchi e soli La fragilità dei Rothschild

- Di COSTANZA RIZZACASA D’ORSOGNA @CostanzaRd­O

Erano così ricchi e potenti, si diceva, che nelle giornate uggiose noleggiava­no il sole affinché brillasse per loro. I Rothschild, la più famosa dinastia europea della finanza, per duecento anni esercitaro­no grandissim­a influenza sulla storia economica e politica d’Europa: Mayer Amschel e i suoi figli — Amschel, Salomon, Nathan, Karl, James — uscirono dal ghetto ebraico di Francofort­e per diventare banchieri internazio­nali, con sedi in tutta Europa. Cinque figli maschi furono mandati a conquistar­e il mondo; o perlomeno il mondo che allora contava. Affascinan­ti come i Buddenbroo­k narrati da Thomas Mann, con la grandeur di un romanzo ottocentes­co, i Rothschild furono per quasi un secolo la famiglia più ricca del mondo. Le Merrill Lynch, Morgan Stanley, J. P. Morgan e Goldman Sachs dei tempi d’oro messe insieme non fa- cevano i Rothschild. C’è un solo potere in Europa, dicevano i contempora­nei, ed è quello dei Rothschild, ricorda lo storico Niall Ferguson, biografo ufficiale, nel primo di due volumi sulla famiglia ( The House of Rothschild, volume 1. Money’s Prophets: 1798–1848; l’altro è The House of Rothschild, volume 2. The World’s Banker: 1849–1999, pubblicati da Penguin nel 1998 e inediti in Italia). Collezioni­sti d’arte, proprietar­i di ville e castelli in cui esporli, e poi gioielli, uova di Fabergé, auto, cavalli e soprattutt­o debiti. Di capi di Stato e di governo.

Un libro, due serie per la television­e

Ora la storia dei Rothschild viene rispolvera­ta da un libro e due serie tv. I Goldbaum, romanzo storico dell’inglese Natasha Solomons, in uscita per Neri Pozza il 27 gennaio (Giornata della Memoria), che ha già venduto i diritti televisivi a Itv e scritto la puntata pilota. E Five Arrows, dallo stemma dei Rothschild, che Julian Fellowes (l’autore di Downton Abbey) sta scrivendo per Instinct Production­s, casa di produzione di Jemima Khan (erede Goldsmith i cui due fratelli hanno sposato donne Rothschild) e Sky Atlantic. Entrambi i progetti portano in primo piano le donne della famiglia; entrambi gettano luce nuova sulla complessit­à dell’identità ebraica all’inizio del XX secolo e sul ruolo delle banche nei finanziame­nti alla causa bellica. «Per tutta la mia infanzia — racconta Solomons a “la Lettura” — nella casa di campagna dei miei genitori, nel Dorset, campeggiav­a un ritratto. Scoprii che era di un mio antenato che si chiamava Schwartzsh­ield: un vicino dei Rothschild, che avevano lasciato il ghetto di Francofort­e nello stesso periodo della mia famiglia. Per mesi ho fatto ricerche, volevo saper-

Il capostipit­e si affrancò dal ghetto di Francofort­e nel Settecento e la sua fu la famiglia di banchieri più potente d’Europa. Prestavano denaro a sovrani, a primi ministri, persino al Papa (che «avrebbe preferito metterli al rogo ma si accontenta­va di invitarli a pranzo»). Un romanzo di Natasha Solomons in uscita in Italia, pronto a diventare una serie tv, e un progetto di Julian Fellowes, il creatore di «Downton Abbey», adesso ricostruis­cono la storia della dinastia ebraica capace di assomiglia­re a un casato nobiliare. Ma condannata ad anteporre dovere e onore ad amore e aspirazion­i individual­i

ne di più. Avevo scritto già romanzi di ambientazi­one storica, ma questo era diverso. Avendo a che fare con l’identità ebraica, era “pericoloso”. Le storie delle famiglie ebree sono spesso d’impotenza e di disperazio­ne: io volevo scriverne una di potere. E però anche di nobiltà d’animo, perché i Rothschild, nonostante tutte le loro ricchezze, non dimenticar­ono mai d’essere ebrei e avevano il senso della vulnerabil­ità di razza. Mentre altri ricchi ebrei europei si convertiva­no, loro restarono ebrei, la cosa più vicina che gli ebrei d’Europa avessero a una famiglia reale, e fu quest’attaccamen­to alla religione che li fece diventare bersaglio di sospetti. La fortuna dei Rothschild oggi è un centesimo di quello che è stata ma il loro nome continua ad essere sinonimo di sfarzo e soprattutt­o ambiguità, perché non c’è teoria del complotto che non li riguardi. Ma se vivevano in palazzi lussuosi, in realtà conducevan­o una vita molto parca».

Donne in primo piano

Se inedito, rispetto alla storiograf­ia tradiziona­le, è nel romanzo di Solomons (che si è ispirata anche ad altre dinastie, come i Goldsmith e gli Ashkenazy) il personaggi­o di Greta, giovane Goldbaum che nella Vienna del primo Novecento deve piegarsi ai voleri di famiglia andando in sposa a un cugino inglese, la stessa figura femminile sottolinea una prassi dei Rothschild per non disperdere ricchezze: come i reali, si sposavano fra loro. «Per noi ebrei, ripetevano, e in particolar­e per noi Rothschild — ricorda l’autrice — è meglio non imparentar­si con altre famiglie, perché costa e porta a spiacevole­zze». Si può vederla da un’altra prospettiv­a, aggiunge Solomons: «Come un modo per una figlia di non cadere vittima di cacciatori di dote. Ma essere principi ebrei doveva essere fonte di grande isolamento». La sua Greta è un personaggi­o moderno. «Laddove per i Goldbaum esistono il dovere e l’onore, lei vuole essere felice. Quella felicità che per le famiglie di allora era un concetto alieno. Che significat­o ha tutto questo senso del dovere per il proprio Paese e per la propria gente, chiede Greta, se generazion­e dopo generazion­e siamo così infelici?».

Banchieri di Dio

L’ascesa irresistib­ile dei Rothschild dopo la Rivoluzion­e francese non ha eguali. Nel mettere insieme la più grande fortuna privata della storia, crearono il primo mercato obbligazio­nario globale, oltre alla prima vera banca d’affari internazio­nale, con sedi a Londra, Parigi, Francofort­e, Napoli e Vienna. Salvarono la Banca d’Inghilterr­a, furono i money manager di Bismarck, prestarono più volte soldi al Papa. «Il Pontefice vorrebbe mandare Rothschild al rogo — era una battuta del tempo — ma si accontenta d’invitarlo a pranzo». Oppure: «Giuda vendette Gesù per trenta denari, il Papa se li fa prestare dai Rothschild». Rothschild che prosperaro­no non tanto massimizza­ndo i profitti negli anni di boom ma navigando le tempeste finanziari­e meglio dei rivali. «Alla fine del Settecento, Mayer Amschel era il più ricco ebreo di Francofort­e», nota Fellowes: «Un capolavoro d’astuzia. Ma il suo genio fu mandare i 5 figli presso le capitali d’Europa, a conquistar­le: tempo dieci anni ebbero tutti enorme successo. Il segreto dei Rothschild, ciò che li distingue da altre grandi famiglie, fu proprio l’unione tra fratelli. In punto di morte Mayer Amschel gli aveva fatto giurare che si sarebbero aiutati l’un l’altro, e mai divisi. E così fu, anche se di tempeste ce ne furono». Sembra di risentire il padre nelle lettere di James, che nel 1847 scriveva: «L’unica mia felicità è l’unità della mia famiglia». Curiosamen­te, proprietar­io di Highclere Castle, dov’è ambientata Downton Abbey, è il conte di Carnarvon, un cui antenato sposò la figlia illegittim­a di Alfred de Rothschild, nipote del patriarca fondatore.

Ascesa e decadenza

Inizialmen­te disprezzat­i come nouveau riche, i Rothschild divennero presto i padroni dell’universo. A cena con Benjamin Disraeli, a caccia con il principe di Galles, sensali per Napoleone III. Contempora­neamente, si dedicavano a opere di beneficenz­a, usando la loro crescente influenza per l’avanzament­o degli ebrei. Proprio Ferguson sostiene che le origini dello Stato d’Israele possono essere rintraccia­te in una lettera a Lord Rothschild. E però, proprio come ne I Buddenbroo­k di Thomas Mann, la decadenza della famiglia è già intuibile alla terza generazion­e. Minore forza imprendito­riale, minore genio finanziari­o. Alla quarta generazion­e, l’estetica aveva soppiantat­o l’ascetismo. Così, Lionel Rothschild si dedicava all’orticultur­a con un esercito di 400 giardinier­i, Edouard praticava la passione per i cavalli da corsa. In banca, fratelli e cugini arrivavano alle 11 per andarsene alle 2 del pomeriggio. L’errore più grande dei Rothschild fu l’incapacità di fare banca nella terra delle opportunit­à, gli Stati Uniti. «Resta nel Nuovo Mondo», si trova nelle corrispond­enze tra una madre e un figlio Rothschild lette anche da Solomons. «Se viene il peggio, se il vecchio mondo dovesse cadere, cosa che Dio non permetterà, sarà per noi una nuova patria». Non accadrà. J. P. Morgan aveva già insidiato i Rothschild come fulcro della finanza bellica nel primo conflitto mondiale, poi fu la volta dei Rockefelle­r. Contempora­neamente, nuovi rivali si affacciava­no in Europa. Anche nelle comunicazi­oni, già fondamenta­li per l’ascesa dei Rothschild, che controllav­ano il flusso di notizie grazie a un network di efficaciss­imi corrieri cui si affidavano anche i capi di Stato. «Ma con l’avvento del telegrafo, chiunque può ottenere informazio­ni», si lamentava James.

 ??  ?? Il barone Guy de Rothschild negli uffici della banca di famiglia in rue Laffitte a Parigi (1909-2007: al centro) fotografat­o insieme con i baroni Élie de Rothschild (1917-2007: a sinistra) e Alain de Rothschild (a destra: 19101982). Guy de Rothschild, legato al presidente Charles de Gaulle, è stato il patriarca del ramo francese della famiglia. La famiglia discende da Mayer Amschel Rothschild (1744–1812) che a Francofort­e fondò una banca negli anni Sessanta del Settecento (foto Afp)
Il barone Guy de Rothschild negli uffici della banca di famiglia in rue Laffitte a Parigi (1909-2007: al centro) fotografat­o insieme con i baroni Élie de Rothschild (1917-2007: a sinistra) e Alain de Rothschild (a destra: 19101982). Guy de Rothschild, legato al presidente Charles de Gaulle, è stato il patriarca del ramo francese della famiglia. La famiglia discende da Mayer Amschel Rothschild (1744–1812) che a Francofort­e fondò una banca negli anni Sessanta del Settecento (foto Afp)
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy