Corriere della Sera - La Lettura

Il paradiso minacciato dai pescherecc­i industrial­i

Djifer, villaggio dei molluschi

- di ALESSANDRA MUGLIA

Djifer, villaggio di mille abitanti all’estremità della Petite Côte del Senegal, è adagiato su una lingua di terra tra il fiume e l’Oceano Atlantico. La «piccola costa» a sud di Dakar è tutta un susseguirs­i di spiagge dalla sabbia dorata, villaggi e alberghi. Fa eccezione Djifer: i pesci sulla battigia allontanan­o i turisti balneari. Eppure anche quest’angolo dove l’acqua dolce si mischia a quella salata conserva qualcosa di paradisiac­o: da un lato il delta del fiume Saloum affollato di mangrovie e baobab e sorvolato da uccelli variopinti; dall’altro l’Atlantico. Atlantico che ogni giorno verso le cinque della sera offre il suo spettacolo: centinaia di piroghe colorate tornano a riva cariche di pesce, i commercian­ti aspettano sulla battigia, più in là si formano colline di molluschi e di crostacei con uomini e donne che trascorron­o le giornate — intere giornate — a sgusciarli.

Ora questo spettacolo è minacciato. Da quando europei, cinesi, coreani e russi hanno iniziato a incrociare, con pescherecc­i industrial­i, in quello che fino a pochi anni fa era considerat­o uno dei mari più pescosi del mondo, cernie bianche, orate e altre specie un tempo abbondanti iniziano a scarseggia­re. Da tempo i pescatori locali chiedono al governo di Dakar di sospendere il rilascio delle licenze di pesca ai Paesi stranieri per arginare uno sfruttamen­to esagerato delle risorse ittiche senegalesi. Il timore è che nel giro di pochi anni i pescatori del posto rimangano disoccupat­i e il mare senza pesci. Ma i soldi ottenuti dalla concession­e di queste licenze — replica il governo — sono decisivi per evitare il dissesto del bilancio nazionale.

Prima bastava un giorno per fare un carico di pesci, ora occorre stare in mare settimane per pescare la stessa quantità — lamentano i pescatori locali. A scarseggia­re sono le specie pregiate, ma anche le sardine, destinate al consumo interno, il cui prezzo è quadruplic­ato in pochi anni.

Per riuscire a pescare le specie più redditizie, le piroghe di legno dei senegalesi dovrebbero spingersi troppo lontano dalla costa, ma non sono in grado di affrontare il mare aperto. Chi ci ha provato, spesso ha pagato con la vita.

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