Corriere della Sera - La Lettura

Ho votato Trump: vuole abbassare i prezzi della benzina

È il reddito mensile medio di ogni adulto della famiglia di Paul Stringini, moglie e otto figli, Shannon, Illinois

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«Viviamo in dieci, io, mia moglie Katie e i nostri otto figli, che hanno tra i 4 e i 21 anni, in una vecchia casa con tre camere da letto nel villaggio rurale di Shannon, nell’Illinois. Se non avessi tutti i miei ragazzi farei di sicuro parte della classe media, ma ora per gli standard americani mi definisco povero». Paul Stringini, 45 anni, cattolico non praticante — il nonno Settimio emigrato negli Stati Uniti dall’Abruzzo negli anni Venti del Novecento —, è tra chi ha aperto le porte al progetto Dollar Street. Parla con «la Lettura» in una pausa del suo lavoro nella produzione video, ambito nel quale ha fondato la «Stringini Brothers», società a conduzione familiare che porta avanti con la moglie, due figli e un fratello.

Il reddito medio mensile a disposizio­ne di ogni adulto della sua famiglia, si legge nel database pubblico di Dollar Street, è di 960 dollari. «Volevamo una famiglia numerosa — racconta Stringini —, i figli sono una benedizion­e». Ma anche un costo: «Spendo per loro circa 5 mila dollari al mese, non abbiamo molti risparmi da parte e compriamo vestiti usati. Ho quattro macchine ma con tanti chilometri alle spalle». Anche i libri di testo sono di seconda mano e i ragazzi studiano in casa: «Ci pensiamo io e mia moglie a dare lezioni di matematica, chimica, inglese. I miei figli più grandi, quelli che lavorano con me, hanno seguito corsi online. Per certi mestieri conta più l’esperienza».

Le dimensioni della famiglia fanno sì che la copertura sanitaria sia gratuita, «almeno per i figli non ancora maggiorenn­i, poi diventerà un problema». Mentre sui conti impatta l’elettricit­à: «Spendo 450 dollari al mese. Ho tanti elettrodom­estici in casa, i fornelli, la lavatrice, l’asciugatri­ce, ma sono piuttosto datati». E pesa la benzina: «Dobbiamo percorrere 15 chilometri per fare la spesa, per questo — spiega Stringini — apprezzo che Donald Trump voglia abbassare i prezzi del carburante». Alle elezioni lo ha votato: «Gli Stati Uniti stavano facendo fatica, avevamo bisogno di essere economicam­ente più forti, di produrre di più. Trump sembrava più patriottic­o e io non mi vergogno di affermare che amo l’America». Non sa però se lo scegliereb­be di nuovo: «Dipende da quello che ancora farà e dall’alternativ­a». Non lo convince il muro con il Messico: «I criminali vanno fermati, ma una parte di chi arriva lo fa solo per venire a stare meglio. Detto questo, non è una buona strategia accogliere tutti. Bisognereb­be migliorare le condizioni nel Paese di origine». In passato ha votato il Partito libertario, George W. Bush al secondo mandato («poi mi sono pentito perché le armi di distruzion­e di massa non esistevano»), mai Obama («troppo socialista»).

E in ogni caso, conclude, «se la mia azienda va meglio, è merito di mia moglie, brava venditrice. Fino a due anni fa non lavorava per accudire i figli. Adesso che è tornata, è lei il valore aggiunto».

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