Corriere della Sera - La Lettura

LE ARTI E I SAPERI CERCANO EQUILIBRI

- Di STEFANO GATTEI

Il termine simmetria racchiude una pluralità di significat­i: se in matematica ha un senso formale, nel linguaggio comune assume connotazio­ni artistiche, musicali, perfino morali. Ha avuto un ruolo fondamenta­le per la vita e l’evoluzione dell’uomo, e ha da sempre suscitato l’interesse di scienziati, filosofi e artisti: basti pensare alla quasi onnipresen­te simmetria destra/sinistra che caratteriz­za gli esseri viventi, ai canoni architetto­nici, alla ciclicità dei fenomeni astronomic­i (simmetria per traslazion­i temporali).

Non solo: l’idea di simmetria richiama quelle di equilibrio e di armonia, svolgendo un ruolo importante tanto nell’elaborazio­ne dei principi etici quanto nello sviluppo delle capacità artistiche.

All’universo sfaccettat­o e sorprenden­te della simmetria sono dedicati due bellissimi volumi postumi di Gian Carlo Ghirardi (19352018). Fisico di fama mondiale ( fu il primo a derivare il no-cloning theorem, nel 1981), con Alberto Rimini e Tullio Weber è autore della teoria Grw, dalle iniziali dei suoi proponenti, che è oggi una delle linee di ricerca più promettent­i nel campo dei fondamenti della meccanica quantistic­a. Coniugando la propria attività scientific­a a un profondo interesse per la storia e la filosofia della fisica, Ghirardi è stato anche un ottimo divulgator­e. A vent’anni da Un’occhiata alle carte di Dio (il Saggiatore, 1997) escono ora due tomi indipenden­ti e complement­ari, intitolati entrambi Simmetrie (Carocci). Il primo, Principi e forme naturali (pp. 518, € 55), introduce i principi teorici e i fenomeni di simmetria, accompagna­ndo il lettore alla scoperta delle infinite forme in cui essa si manifesta in natura. Il secondo, Nell’arte e nella scienza (pp. 795, € 60), illustra invece come nella creazione delle proprie opere artisti, musicisti e scrittori (Escher e Bach, Leon Battista Alberti e i membri dell’OuLiPo) si siano deliberata­mente rifatti a rigorosi principi di simmetria. Nell’ultima parte, Ghirardi analizza l’uso di tali principi in ambito scientific­o, dagli antichi Greci a Newton, dai quanti ai frattali.

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