Corriere della Sera - La Lettura
L’ARTE PURISSIMA DELLA FOLLIA
Là dove si ferma la psichiatria, festeggia l’arte. L’arte brut, per chi cerca una classificazione accademica. L’arte pura, se si crede a Dino Buzzati, che per Carlo Zinelli nutriva sincera ammirazione. A 45 anni dalla morte dell’artista, nato nel 1916 a San Giovanni Lupatoto (Verona) in una famiglia povera, trentadue sue opere su carta saranno esposte dal 17 marzo al 9 giugno nelle Sale napoleoniche di Palazzo Te, a Mantova, per la mostra Visione Continua (centropalazzote.it).
Sono i lavori eseguiti dal 1958 al 1970, quando la vita di Zinelli scorreva già tra le pareti del manicomio di San Giacomo della Tomba, a Verona. Era stato ricoverato trentenne, forse perseguitato dai ricordi della guerra in Spa- gna. Ci voleva una chance perché quel paziente solitario e malinconico svelasse il suo talento. Si presentò nel 1957, quando nella struttura che lo ospitava fu inaugurato, grazie all’intesa tra il direttore, Carlo Trabucchi, e lo scultore Michael Noble, un atelier.
Se gli psichiatri faticavano a decifrare l’uomo, l’arte si preparava a comprendere la genialità del pittore, che, visionario e imprevedibile, padroneggiava tecniche e ispirazione. La sua prima produzione fu esposta nel 1957 in una collettiva che Buzzati intitolò Sono veri artisti. Quando, negli anni Novanta, le sue opere avrebbero conquistato le gallerie, Zinelli era già stato portato via (nel 1974) dalla polmonite.