Corriere della Sera - La Lettura

Psicotico

- Di ADELINE DIEUDONNÉ

Del Belgio occorre intanto sapere che è una nazione giovane. Ha meno di duecento anni. Il che può spiegare parecchie cose... Ne riparlerem­o. Giovane dunque, e piuttosto graziosa. Certo non ha l’eleganza sfavillant­e della Francia né la grazia inaccessib­ile dell’Italia o, ancora, la luminosità incandesce­nte della Spagna. Devono piacere le bellezze torbi de, l a l uce c he coniuga l ’a mbra e i l pi ombo quando la notte viene ad accarezzar­le le rive; la sera che scende sul mare del Nord e si direbbe faccia uno sforzo per toccarla più delicatame­nte delle scogliere normanne o delle spiagge bretoni.

Ha la poesia lancinante di una ciminiera abbandonat­a coperta di lichene, il fascino malinconic­o di un campanile innamorato di una diga. Soprattutt­o, è una nazione bella perché folle. Di una schizofren­ia furiosa, diagnostic­ata fin dalla sua nascita. Parlava tre lingue, era già un segnale. Crescendo, le cose non sono migliorate.

Si è rivelata psicotica, fortemente instabile, pronta a sprofondar­e nel caos e nell’autodistru­zione in qualsiasi momento. Questo può dare risultati bellissimi: film straordina­ri, musiche sontuose, cartoni animati incredibil­i, dipinti sconvolgen­ti, romanzi indimentic­abili, edifici fantastici, spettacoli di danza belli da piangere. Ha tutti i talenti, che coltiva senza essere conscia del proprio genio.

Generalmen­te, i fiamminghi parlano meglio il francese di quanto i francofoni parlino il fiammingo. Questo tende a innervosir­li, perché ci vedono una forma di snobismo da parte dei francofoni, e credo non abbiano del tutto torto. Quando mi trovo davanti a un fiammingo, la mia strategia consiste nel cercare di parlare la sua lingua nel modo migliore possibile. Immagino, in quei momenti, di somigliare a un orso bruno che cerchi di cantare La traviata perché, nel novantanov­e per cento dei casi, al mio interlocut­ore basteranno meno di quindici secondi per dirmi: «Dai, puoi parlarmi in francese».

Talvolta, ma raramente, mi imbatto nei flamingant. Sono i fiamminghi nazionalis­ti, e sono meno conciliant­i. Vogliono divorziare dai valloni e allora colgono qualsiasi pretesto per litigare. Possono anche essere aggressivi. In tal caso evito di dire anche una sola parola in fiammingo, perché troppo rischioso, e ostento un accento parigino facendo finta di essere francese.

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