Corriere della Sera - La Lettura
Il volume
Il Dizionario biblico della Letteratura italiana è il tentativo di censire un aspetto centrale della nostra narrativa. Con le sue 270 voci — da Giuseppe Cesare Abba (che rimanda alla memorialistica postrisorgimentale) a Remigio Zena — raccoglie in 1.054 pagine (per € 90) l’ampio tema dell’influenza dell’immaginario delle Sacre Scritture. L’operazione — che ha visto coinvolti circa 150 studiosi sotto la direzione di Marco Ballarini, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, la cura di Pierantonio Frare, Giuseppe Frasso e Giuseppe Langella (tutti professori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) e la collaborazione di Simona Brambilla ed Edoardo Buroni — ha prodotto una mappatura interessante del rapporto che gli autori italiani hanno intrattenuto con le Scritture I contenuti Alcune presenze sono scontate: è naturale per il lettore trovare in queste pagine Dante, Petrarca e Boccaccio, ma anche Tasso, Parini, Foscolo, Manzoni e Leopardi. Significativa la presenza soprattutto novecentesca di scrittori laici: Caproni, Zanzotto, Svevo e Pirandello; e di scrittori credenti e inquieti come Betocchi, Silone, Luzi, Testori e Parazzoli. Nel gioco delle assenze colpiscono quelle di Guido Morselli, Ferdinando Camon e di Antonio Moresco, autori che molto devono alle Sacre Scritture Le edizioni Itl (Impresa Tecnoeditoriale Lombarda) è l’editore di riferimento per la vita pastorale dell’Arcidiocesi di Milano. I marchi utilizzati da Itl per la propria attività editoriale sono tre: Centro Ambrosiano, In dialogo e Ipl (Istituto di propaganda libraria) L’immagine Jim Dine (Cincinnati, Stati Uniti, 1935), The Garden of Eden (2003, installazione mixed media, particolare), courtesy dell’artista/ Mobia-Museum of biblical art, New York