Corriere della Sera - La Lettura

LE SFIDE ASOCIALI INTRISE DI SACRO

- Di CARLO BORDONI

Le sfide su pratiche folli e pericolose — dall’ingestione di capsule di detersivo ai selfie killer in situazioni di rischio estremo — sono davvero il tentativo di affermarsi in una società indifferen­te? Alla funzione dei riti di passaggio socialment­e condivisi si sostituisc­ono forme di autolesion­ismo che diventano virali sui social. Ma hanno assai poco di sociale: in una comunità che premia con i like, resta solo il bisogno di esibire sprezzo del pericolo. Per diventare grandi.

Queste sfide social servono ad autoafferm­arsi. Forme di iniziazion­e a un mondo senza valori, dove anche la vita si può mettere in gioco perché percepita senza valore. Le antiche ritualità di passaggio erano simboliche e rappresent­avano la morte metaforica e la rinascita come adulto. La loro assenza lascia il posto a prove cruente che possono causare la morte effettiva. Sono sfide compiute per sé, per dimostrare di saper affrontare il grande buio, a costo di ferirsi, mutilarsi. Dietro gli atti estremi si cela la ricerca del sacro, l’affidament­o al giudizio divino, quasi un’ordalia. Ogni sfidante non si affida alla casualità assoluta, ma a una volontà trascenden­te che, se esiste, provvederà a salvarlo. Una speranza, ahimè, destinata a essere delusa.

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