Corriere della Sera - La Lettura
LE SFIDE ASOCIALI INTRISE DI SACRO
Le sfide su pratiche folli e pericolose — dall’ingestione di capsule di detersivo ai selfie killer in situazioni di rischio estremo — sono davvero il tentativo di affermarsi in una società indifferente? Alla funzione dei riti di passaggio socialmente condivisi si sostituiscono forme di autolesionismo che diventano virali sui social. Ma hanno assai poco di sociale: in una comunità che premia con i like, resta solo il bisogno di esibire sprezzo del pericolo. Per diventare grandi.
Queste sfide social servono ad autoaffermarsi. Forme di iniziazione a un mondo senza valori, dove anche la vita si può mettere in gioco perché percepita senza valore. Le antiche ritualità di passaggio erano simboliche e rappresentavano la morte metaforica e la rinascita come adulto. La loro assenza lascia il posto a prove cruente che possono causare la morte effettiva. Sono sfide compiute per sé, per dimostrare di saper affrontare il grande buio, a costo di ferirsi, mutilarsi. Dietro gli atti estremi si cela la ricerca del sacro, l’affidamento al giudizio divino, quasi un’ordalia. Ogni sfidante non si affida alla casualità assoluta, ma a una volontà trascendente che, se esiste, provvederà a salvarlo. Una speranza, ahimè, destinata a essere delusa.