Corriere della Sera - La Lettura

Modernità in Krisis Diritto e filosofia riprendono la parola

Nasce una collana che intende affrontare le sfide inedite della globalizza­zione, del digitale, della biogenetic­a Per governarle Massimo Cacciari e Natalino Irti mettono in campo le risorse del pensiero critico e della scienza giuridica

- Testi di ANTONIO CARIOTI

Il paragone è al tempo stesso suggestivo e inquietant­e, come spesso accade quando a parlare è il filosofo Massimo Cacciari: «La globalizza­zione economica e l’innovazion­e tecnologic­a hanno messo in moto una specie di reazione nucleare, della quale già si vedono le conseguenz­e profonde, per molti versi devastanti. Si tratta di metterla sotto controllo, innanzitut­to con gli strumenti del diritto, per fare in modo che generi energia in maniera gestibile, come nelle centrali atomiche produttric­i di elettricit­à. Se non ci si riesce, rischia di portare a una deflagrazi­one dagli effetti catastrofi­ci, paragonabi­li a quelli di un ordigno nucleare».

L’immagine serve per chiarire a «la Lettura» gli obiettivi di Krisis, la nuova collana di saggistica inaugurata dalla casa editrice di Elisabetta Sgarbi, La nave di Teseo. Cacciari la dirige insieme al giurista Natalino Irti: due nomi di prestigio che intendono esplorare, coniugando le capacità conoscitiv­e del pensiero critico e della scienza giuridica, il grande disordine del nostro tempo. «Assistiamo una fase di trasformaz­ioni rapidissim­e — sot- tolinea Irti — nel campo dei rapporti economici, nelle relazioni internazio­nali, ma anche nell’intimità della vita di famiglia. La crisi delegittim­a regole consolidat­e e crea nuove opportunit­à, destituisc­e e al tempo stesso istituisce. Noi vogliamo coglierne l’aspetto generativo, senza mai perdere di vista i fondamenti teorici di cui necessita ogni costruzion­e giuridica. Così i primi due volumi della collana, in uscita il 21 marzo, sono dedicati l’uno alle basi del diritto, De iure del colombiano Nicolás Gómez Dávila, e l’altro, Del convivere di Michele Tamponi, ai nuovi modelli “postfamili­ari” di relazioni umane».

La sfida non è semplice, come osserva un altro giurista, Piergaetan­o Marchetti, presidente della fondazione Corriere della Sera e consiglier­e d’amministra­zione de La nave di Teseo: «Oggi che il vincolo tradiziona­le delle territoria­lità sta venendo meno, si tratta di inventare nuove forme di diritto in una prospettiv­a che si collochi al di sopra degli ordinament­i statuali, ma mantenga un forte aggancio a principi di natura universale, invece di piegarsi alle esigenze particolar­istiche dei poteri economici sovranazio­nali».

«Non dimentichi­amo — aggiunge Cacciari — che in greco krísis significa anche giudizio, discernime­nto. Una facoltà quanto mai necessaria in questa fase storica che vede il diritto internazio­nale ridotto a un fantasma, perché non s’incarna in norme effettive, non ha alle spall e una potenza poli t i ca c he l o re nda vincolante. Il diritto privato non è messo meglio, si è ridotto a balbettare rispetto a mutamenti che spostano i confini della nascita, della morte, della genitorial­ità, che esigono una vasta ridefinizi­one della bioetica tradiziona­le. Diventa necessario non solo rappresent­are quanto sta avvenendo, ma proporre orientamen­ti di giudizio per presagire gli sviluppi futuri e progettare un nuovo ordine».

«Il tutto — precisa Irti — con un costante richiamo ai grandi temi della riflession­e giuridica più matura. Tra le prossime uscite della collana, con il titolo Elogio del diritto, pubblicher­emo un saggio denso e affascinan­te del grande classicist­a tedesco Werner Jaeger, scomparso nel 1961, che ricostruis­ce in sole 36 pagine la nascita dell’idea di diritto nell’antica Grecia. A quello scritto prezioso accompagne­remo un saggio mio e un altro di Cacciari sul problema antico del rapporto tra Dike, giustizia, e Nomos, legge. Una giustizia che deve trovare il modo di tradursi nella concretezz­a di misure effettive. Una legge che non può reggersi esclusivam­ente su un’imperativi­tà priva di passioni».

Cacciari: «È in corso una specie di reazione nucleare: mettendola sotto controllo si può produrre energia, ma lasciata a sé stessa può causare un’esplosione atomica». Irti: «È cruciale il rapporto tra

Dike, giustizia, e Nomos, legge. La giustizia va tradotta in norme positive, la legge non può essere un comando privo di passioni»

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