Corriere della Sera - La Lettura
Modernità in Krisis Diritto e filosofia riprendono la parola
Nasce una collana che intende affrontare le sfide inedite della globalizzazione, del digitale, della biogenetica Per governarle Massimo Cacciari e Natalino Irti mettono in campo le risorse del pensiero critico e della scienza giuridica
Il paragone è al tempo stesso suggestivo e inquietante, come spesso accade quando a parlare è il filosofo Massimo Cacciari: «La globalizzazione economica e l’innovazione tecnologica hanno messo in moto una specie di reazione nucleare, della quale già si vedono le conseguenze profonde, per molti versi devastanti. Si tratta di metterla sotto controllo, innanzitutto con gli strumenti del diritto, per fare in modo che generi energia in maniera gestibile, come nelle centrali atomiche produttrici di elettricità. Se non ci si riesce, rischia di portare a una deflagrazione dagli effetti catastrofici, paragonabili a quelli di un ordigno nucleare».
L’immagine serve per chiarire a «la Lettura» gli obiettivi di Krisis, la nuova collana di saggistica inaugurata dalla casa editrice di Elisabetta Sgarbi, La nave di Teseo. Cacciari la dirige insieme al giurista Natalino Irti: due nomi di prestigio che intendono esplorare, coniugando le capacità conoscitive del pensiero critico e della scienza giuridica, il grande disordine del nostro tempo. «Assistiamo una fase di trasformazioni rapidissime — sot- tolinea Irti — nel campo dei rapporti economici, nelle relazioni internazionali, ma anche nell’intimità della vita di famiglia. La crisi delegittima regole consolidate e crea nuove opportunità, destituisce e al tempo stesso istituisce. Noi vogliamo coglierne l’aspetto generativo, senza mai perdere di vista i fondamenti teorici di cui necessita ogni costruzione giuridica. Così i primi due volumi della collana, in uscita il 21 marzo, sono dedicati l’uno alle basi del diritto, De iure del colombiano Nicolás Gómez Dávila, e l’altro, Del convivere di Michele Tamponi, ai nuovi modelli “postfamiliari” di relazioni umane».
La sfida non è semplice, come osserva un altro giurista, Piergaetano Marchetti, presidente della fondazione Corriere della Sera e consigliere d’amministrazione de La nave di Teseo: «Oggi che il vincolo tradizionale delle territorialità sta venendo meno, si tratta di inventare nuove forme di diritto in una prospettiva che si collochi al di sopra degli ordinamenti statuali, ma mantenga un forte aggancio a principi di natura universale, invece di piegarsi alle esigenze particolaristiche dei poteri economici sovranazionali».
«Non dimentichiamo — aggiunge Cacciari — che in greco krísis significa anche giudizio, discernimento. Una facoltà quanto mai necessaria in questa fase storica che vede il diritto internazionale ridotto a un fantasma, perché non s’incarna in norme effettive, non ha alle spall e una potenza poli t i ca c he l o re nda vincolante. Il diritto privato non è messo meglio, si è ridotto a balbettare rispetto a mutamenti che spostano i confini della nascita, della morte, della genitorialità, che esigono una vasta ridefinizione della bioetica tradizionale. Diventa necessario non solo rappresentare quanto sta avvenendo, ma proporre orientamenti di giudizio per presagire gli sviluppi futuri e progettare un nuovo ordine».
«Il tutto — precisa Irti — con un costante richiamo ai grandi temi della riflessione giuridica più matura. Tra le prossime uscite della collana, con il titolo Elogio del diritto, pubblicheremo un saggio denso e affascinante del grande classicista tedesco Werner Jaeger, scomparso nel 1961, che ricostruisce in sole 36 pagine la nascita dell’idea di diritto nell’antica Grecia. A quello scritto prezioso accompagneremo un saggio mio e un altro di Cacciari sul problema antico del rapporto tra Dike, giustizia, e Nomos, legge. Una giustizia che deve trovare il modo di tradursi nella concretezza di misure effettive. Una legge che non può reggersi esclusivamente su un’imperatività priva di passioni».
Cacciari: «È in corso una specie di reazione nucleare: mettendola sotto controllo si può produrre energia, ma lasciata a sé stessa può causare un’esplosione atomica». Irti: «È cruciale il rapporto tra
Dike, giustizia, e Nomos, legge. La giustizia va tradotta in norme positive, la legge non può essere un comando privo di passioni»