Corriere della Sera - La Lettura
NO AL MERCATO MA DA DESTRA
Benché una certa cultura di sinistra dipinga il mondo attuale come dominato da una dogmatica ideologia liberista, forse mai come adesso, dagli anni Settanta, il mercato e il profitto sono stati tanto impopolari. Solo che oggi l’anticapitalismo vincente presso l’elettorato ha un volto di destra, sovranista e populista.
Per esempio Steve Bannon, l’ideologo del trumpismo, non c’entra un granché con il fascismo e con Julius Evola. Ha invece a che vedere, spiega Alan S. Kahan nella nuova prefazione del suo libro La guerra degli intellettuali al capitalismo ( traduzione di Federico Morganti, Ibl Libri, pp. 381, € 22) con la tipica avversione romantica americana alla grande finanza, sotto il dominio della quale «le persone sono trattate come merci».
Non che questa critica all’economia di mercato, simile a quella di un Ezra Pound, sia meno efficace di quella marxista. Anzi lo è di più, perché i valori religiosi ai quali si richiama sono più credibili di un egualitarismo comunista i cui fallimenti storici non si possono rimuovere. Ma sempre della vecchia «guerra tra mente e denaro» si tratta. E può ancora produrre, nota Kahan, danni assai gravi.