Corriere della Sera - La Lettura

La graphic novel romano-egizia sulle pareti di un’antica tomba

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Sembrano provenire da una graphic novel i personaggi, vestiti con mantelli dai colori vivaci e calzari romani, forse degli Anubisolda­ti a guardia della mummia del defunto, raffigurat­i sulle pareti di una delle tombe romane trovate in gennaio nella necropoli di Beir Al-Shaghala nell’oasi di Dakhla, nel deserto egiziano a sud-ovest del Cairo. La missione archeologi­ca egiziana del ministero delle Antichità, presente nell’oasi dal 2002, ha scoperto più di dieci tombe in mattoni di fango e in buono stato di conservazi­one. La prima trovata quest’anno è costituita da una scalinata che conduce a una sala con soffitto a volta in parte distrutto, da cui si aprono due camere funerarie con teschi e scheletri umani, lampade e vasi in terracotta; l’altra presenta un corridoio e la camera affrescata di cui sopra. Già dall’Antico Regno l’oasi era una zona ricca e avanzata, con sorgenti termali, templi, case e necropoli. La città romana di Trimithis (Amheida) si estendeva tutt’intorno alla collina del tempio di Thoth, e fu più volte ricoperta da catene di dune di sabbia, che ancora oggi si spostano, nascondend­o o scoprendo vasti quartieri. Si è stimato che in età imperiale ospitasse dai 5 ai 10 mila abitanti. E qui, negli ultimi dieci anni sono state trovate terme, la villa di un certo Sereno, membro del consiglio cittadino, con affreschi mitologici, e una scuola di greco, completa di panche per gli studenti e con iscrizioni dipinte in rosso sulle pareti, usate come lavagna. Su una parete si legge la storia di una droga servita dall’omerica Elena ai suoi ospiti, su un’altra il maestro scrisse in esametri un componimen­to che incitava gli studenti a studiare retorica.

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Il dipinto scoperto a Dakhla (foto Ap)

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