Corriere della Sera - La Lettura
L’AVVENTURA DELLA MENTE ALLA SCOPERTA DELLO SPAZIO
Esistono curve che si ottengono sezionando un cono, figure che si possono disegnare con riga e compasso sul piano e forme da scolpire nello spazio. Esistono nell’architettura degli edifici, nell’analisi dei Big Data, nei percorsi che seguiamo o nei cibi che mangiamo. Nel lungo cammino delle idee che ha attraversato millenni di storia e centinaia di popolazioni, l’astrazione del pensiero umano ha sviluppato la geometria attraverso l’intuizione e il rigore logico e formale. La ricerca della «forma delle cose», ha inizio in epoca antica, quando Babilonesi, Egizi e Greci cercarono la precisione e l’esattezza nella descrizione della realtà osservabile.
Da allora piccoli e grandi passi sono stati compiuti da matematici di ogni epoca: il greco Archimede, con il suo metodo meccanico e le riflessioni sulla genesi della conoscenza, o il francese Cartesio, guidato dall’idea di dividere un modello in più parti «indivisibili» studiando ciascuna separatamente. Approcci originali hanno permesso di giungere alla verità con argomentazioni logiche e dimostrazioni. I pensatori degli ultimi secoli, quali Leibniz, Riemann e Poincaré, hanno conservato il gusto per la speculazione filosofica sull’essenza e l’ontologia della geometria, creando nuovi e importanti teoremi matematici. Con il pensiero rivoluzionario di Riemann, la geometria non è più solo la descrizione delle forme nello spazio attraverso equazioni, ma l’analisi dello spazio stesso. La lista delle menti illustri che si sono passate il testimone è lunga e costellata di nomi celebri: tra i più recenti spiccano quelli di una donna, Maryam Mirzakhani, e di un genio sui generis, Grigorij Perelman. Ma è soprattutto al matematico e filosofo Federigo Enriques (nella foto) che si ispira Marco Andreatta nel libro La forma delle cose (il Mulino, pp. 256, € 15), narrando aneddoti accademici, illustrando l’importanza delle ricerche in geometria algebrica e la passione per l’insegnamento. Dalla lettura si evince come esistano menti geniali che osservando, descrivendo o creando nuovi spazi hanno ottenuto inaspettati modelli per descrivere realtà fisiche nascoste, come buchi neri e onde gravitazionali.