Corriere della Sera - La Lettura
Apiccoli passi verso l’abisso
Alessia Gazzola, affermata autrice di thriller, ha incontrato a Londra Catherine Steadman, affermata attrice di serie tv che ora sbarca in Italia con un thriller. E di thriller naturalmente hanno parlato. A cominciare da una considerazione, condivisa da e
Èuna tipica giornata di marzo a Londra, di quelle buie, fredde e umide. Da un classico taxi cab nero scende lei, luminosa, elegante e di una bellezza d’altri tempi. Non a caso ha preso parte a produzioni in costume come Mansfield Park e The Tudors e per me il suo viso è quello della onorevole Mabel Lane Fox di Downton Abbey. Ma è ingeneroso limitarsi a questo. Ho fatto molta strada per incontrarla e ho recuperato in cantina il mio vecchio libro di inglese per ripassare la forma interrogativa. Insomma, deve valerne la pena. In effetti Catherine Steadman — inglese, classe 1986, diploma alla Oxford School of Drama — ha scritto un libro affascinante e sorprendente, che sfugge alle etichette: quella di thriller sta certamente molto stretta a Un’ombra nell’acqua, in uscita per Longanesi. La storia è incentrata su una coppia di londinesi brillanti e alla moda, Mark ed Erin, lui ben inserito nel mercato finanziario, lei regista di documentari. Poco prima del loro matrimonio, Mark perde improvvisamente il lavoro. Ma la luna di miele a cinque stelle a Bora Bora è già prenotata e decidono di concedersela. Sembra una buona idea fino a quando, durante una gita in barca al largo del reef, scorgono qualcosa che galleggia nell’acqua e che spalancherà di fronte a loro le famose porte scorrevoli del destino.
Mentre la pioggia picchietta i vetri delle finestre di uno storico hotel di Covent Garden, facciamo una lunga chiacchierata davanti a un caffè americano.
ALESSIA GAZZOLA — Patricia Highsmith ha dichiarato che la banalità della vita era la sua principale fonte d’ispirazione. Anche nel tuo romanzo gli eventi scaturiscono da un evento piuttosto ordinario: una coppia che affronta le conseguenze dell’improvviso licenziamento di uno dei due, anzi, del più rampante dei due. Erin, così solida e impegnata nel costruire il proprio futuro, si trasforma in una improbabile truffatrice e Mark scopre in sé ombre e talenti inaspettati. Credi che ognuno di noi, se messo di fronte a circostanze eccezionali e al di fuori del proprio contesto, possa mettere in discussione le proprie leggi morali ed eventualmente anche tradirle?
CATHERINE STEADMAN — Pensa a tutte quelle piccole azioni quotidiane che prese singolarmente sembrano piccole innocue infrazioni, come saltare una coda. O, peggio, a quelle persone che aprono conti offshore all’estero pensando: “Non sto evadendo le tasse, sto solo evitando di pagarle”. Nella mia storia sono proprio tante piccole decisioni sbagliate che una dopo l’altra portano infine a una situazione al di fuori del controllo dei personaggi. Il senso è: devi fare molta atten-
zione a tutti i passi che compi, perché potresti ritrovarti in un luogo in cui non saresti mai voluto andare. Le leggi morali non sono mai bianche o nere e dobbiamo tutti vigilare sulle nostre azioni — specialmente nel mondo dei thriller!
ALESSIA GAZZOLA — Erin e Mark sono messi alla prova dal collasso dei mercati che sta coinvolgendo l’Europa e che si ripercuote soprattutto su un tipo rampante come Mark. Chiami in causa anche le conseguenze della Brexit, che in effetti non sono ancora chiare.
CATHERINE STEADMAN — In questo momento tutto ci sembra terribile e oscuro, ma forse ogni generazione ha dovuto attraversare fasi molto sconfortanti. Quella prima di noi affrontò la guerra in Vietnam, quella precedente la Seconda guerra mondiale, e così via. Un periodo storico di ambiguità morale come questo, così insidioso, in cui la gente ha punti di vista estremi offre molti, moltissimi spunti di narrazione a uno scrittore.
ALESSIA GAZZOLA — Parliamo del lavoro di Erin. È una regista che sta lavorando a un documentario sulle ultime settimane in carcere e i primi giorni di libertà di tre detenuti. I tre protagonisti (Eddie, Holli e Alexa) sono molto diversi tra loro e nel corso della storia assumono sempre maggior rilievo, specialmente Eddie. Cosa lo unisce a Erin?
CATHERINE STEADMAN — Eddie ha un passato da gangster. È una persona molto pericolosa, ma al contempo ha un suo codice d’onore. Pur essendo un criminale, ha un certo allure forse legato al potere e al non avere scrupoli. Alla fine della storia, la posizione di Erin non è così dissimile da quella di Eddie: hanno raggiunto i loro obiettivi, ma durante il cammino hanno perso molto, talmente tanto che alla fine il quesito è: ne valeva la pena? È anche per questo che ho riportato in esergo una frase di Sartre che dice: “Una vittoria descritta nei particolari diventa indistinguibile da una sconfitta”, perché in definitiva è il senso della parabola di Erin.
ALESSIA GAZZOLA — Per il mercato editoriale italiano il tuo è un romanzo atipico e nuovo, avendo in sé elementi tratti dal thriller psicologico e dal romanzo d’azione, ma è anche una storia che parla del rapporto di coppia e di sentimenti, il tutto gradevolmente condito da un tono fresco e ironico anche nei momenti di maggiore tensione. Credo che la ragione del successo del romanzo stia nell’aver trovato una tua voce ben riconoscibile. Hai consapevolmente mescolato tutti questi generi o hai semplicemente seguito l’istinto?
CATHERINE STEADMAN — Volevo scrivere un libro che mi sarebbe piaciuto leggere e ho seguito la storia dove mi stava portando, senza chiedermi di che genere fosse. Il punto di partenza è una protagonista con desideri che vorrebbe realizzare, ma è pronta ad accettare anche le conseguenze negative che si verificano quando questo accade? ALESSIA GAZZOLA — Lo scrittore è — deve essere — anche un grande e appassionato lettore. Quali sono le letture che preferisci? CATHERINE STEADMAN — Mi piacciono i thriller e in particolare quelli di Gillian Flynn. Un’altra autrice che tengo d’occhio è Otessa Moshfegh, di cui ho molto apprezzato My Year of Rest and Relaxation ed Eileen, che è stato candidato al Man Booker Price 2016. Anche Shirley Jackson è un’autrice che amo. In generale, mi piacciono le dark story con protagoniste femminili che si trovano in un momento della vita che noi lettori non vorremmo mai vivere e capire come e perché sono arrivate a trovarsi in quella situazione. ALESSIA GAZZOLA —
Com’è nata l’idea di scrivere questo libro e come ti sei avvicinata alla scrittura? C AT HE R I NE S T E A DMAN — Già ai tempi della scuola e anche grazie al mio lavoro di attrice mi sono sempre sentita vicina alla scrittura, ma solo negli ultimi anni ho scoperto quanto fosse divertente cimentarmi con la stesura di una storia. La scrittura ha delle affinità con la recitazione, ma permette di superare i limiti dati dal confrontarsi con un unico personaggio e consente di ampliare la prospettiva, potendo sperimentare più punti di vista. ALESSIA GAZZOLA — È vero che hai scritto il roman
zo sullo smartphone? CATHERINE STEADMAN — È vero! Per lavoro mi sposto usando la metropolitana e in una città come Londra gli spostamenti spesso sono molto lunghi. Avevo tanta voglia di scrivere che lo facevo anche durante quegli stralci di tempo, buttando giù le idee che mi venivano in mente. Anche perché quelle migliori vengono tipicamente nei momenti più impensati e magari non tornano più, quindi ho usato il mezzo più semplice per fissarle. E poi così evitavo anche la pressione da pagina bianca... ALESSIA GAZZOLA — Per (quasi) ogni scrittore, la trasposizione cinematografica o televisiva del proprio romanzo è un sogno che diventa realtà. La Hello Sunshine sta lavorando all’adattamento cinematografico del tuo libro e ho sentito di un possibile cambio di ambientazione da Londra a New York.
CATHERINE STEADMAN — L’autrice del soggetto ha effettivamente proposto questo cambiamento. Per me è importante mantenere l’identità dei personaggi e il modo in cui interagiscono, il tema della crisi economica, l’atmosfera della storia. Mark ed Erin saranno lo stesso tipo di coppia, ma con l’accento americano! Anche se forse, considerando tutti gli attori inglesi che lavorano in America oggi, probabilmente il cast vedrà comunque protagonisti inglesi. ALESSIA GAZZOLA — Vorresti impersonare tu Erin?
CATHERINE STEADMAN — Voglio tenere i due ambiti completamente separati. Anche per questo motivo non ho voluto essere coinvolta nella sceneggiatura: ho già scritto la storia come la volevo io e per me è già alle spalle. Preferisco impiegare il mio tempo scrivendo un nuovo libro. ALESSIA GAZZOLA — Quindi stai già lavorando a
una nuova storia... CATHERINE STEADMAN — Scrivere Un’ombra nell’acqua è stata un’esperienza molto divertente. Quando scrivi puoi prenderti il tuo tempo ed è un lavoro molto più rilassato rispetto a quello nel frenetico mondo della televisione. Il prossimo romanzo uscirà nel gennaio 2020 e vorrei uscire per gennaio ogni anno. Scrivere sarà la pausa dalla recitazione e viceversa: vorrei che tutto funzionasse trovando un buon equilibro tra le due cose.