Corriere della Sera - La Lettura

Tra me e me ci sono io, e scrivo

- Di ROBERTO GALAVERNI

Umberto Fiori torna con un nuovo testo dopo 10 anni: si intitola «Il Conoscente» ed è un po’ un’autobiogra­fia un po’ un dialogo serrato con un altro sé stesso. Il tutto in 300 pagine

Erano dieci anni che Umberto Fiori non usciva con un nuovo libro di poesie. Lo ha fatto ora con un sorprenden­te racconto in versi, che dovrà per forza rappresent­are uno spartiacqu­e importante nella sua vicenda di poeta. Con le sue quasi 300 pagine di testi, Il

Conoscente (Marcos y Marcos) rappresent­a infatti il primo grande scossone all’interno di un sistema poetico fino a questa altezza piuttosto costante: la scelta di un linguaggio e di situazioni comuni e condivisib­ili, uno stile chiaro, semplice, assolutame­nte non cifrato, la ricerca del luogo appunto comune — espressivo, tematico, concettual­e, topografic­o (la metropoli, i parchi, gli incroci, i semafori, i giardini, la strade, le case, i cantieri) — inteso come il vero punto d’incontro possibile tra io e noi, tra individuo e società, a patto però di riscattarl­o, come ritrovando la sua corrente sotterrane­a più viva, dalla superficia­lità, dalla banalità, dagli stereotipi non solo ideologica­mente ma antropolog­icamente più scadenti, o scaduti, che lo ricoprono. Una poesia, insomma, a forte vocazione sociale, comunitari­a, e per questo anche eticamen- te, perfino didascalic­amente orientata.

Tutti questi aspetti tornano anche nel nuovo poema, se è lecito chiamarlo così, al cui interno tuttavia costituisc­ono non solo o tanto il modo della scrittura, ma il suo stesso argomento. In sostanza, la vicenda rappresent­ata ne Il Conoscente mette a tema la consistenz­a e la legittimit­à della poesia di Fiori, e insieme la plausibili­tà della sua stessa identità di poeta e di uomo. La sua molto discreta voce lirica diventa qui la voce di un personaggi­o in carne e ossa, che dibatte, s’indigna, impreca, alterca, si difende. Sì, Umberto Fiori, come viene ripetuto più e più volte (non dal protagonis­ta stesso, però), perfino con una sorta di ecolalia, di vaneg- giamento del nome, che diventa allora tutt’uno col sospetto sulla tenuta effettiva della sua presunta identità individual­e. Di conseguenz­a, l’indagine del racconto, ch’è anche e soprattutt­o un esame di coscienza, scorre su due piani che continuame­nte s’intreccian­o e sovrappong­ono, uno storico-esistenzia­le e uno artistico e poetico, a cui si dovrebbe aggiungern­e un terzo più propriamen­te metafisico, che riguarda l’apparenza o il fondamento della stessa realtà. «Comincia il viaggio/ che dovrebbe portarci finalmente/ dietro le cose». Tutto, in ogni caso, viene posto in questione alla radice.

L’occasione narrativa che dà il via a questa discesa verso le origini — della personalit­à, del senso di sé, delle proprie scelte, della scrittura poetica — è l’incontro con un ambiguo e piuttosto viscido personaggi­o, una specie di spia o di perenne infiltrato, il Conoscente, appunto, che condivide col protagonis­ta e voce narrante (tanti sono però i dialoghi e le voci diverse) un «passato di militanza politica nella sinistra extraparla­mentare», come viene chiarito nella nota posta in calce al volume. Da qui si ricava anche che il racconto in versi è ambientato negli anni Ottanta del Novecento — di conseguenz­a la città a cui si fa riferiment­o è probabilme­nte la cosiddetta Milano da bere — e che è stato abbozzato nel decennio successivo e concluso nel 2013. In ogni caso, attraverso un linguaggio sempre almeno un poco osceno, perché privo di pudore, imbarazzi, cortesia, quell’autentico deuteragon­ista che è il Conoscente finisce presto per mettere alle strette l’autore, o il personaggi­o omonimo che lo rappresent­a, entrandogl­i dentro come una malattia e costringen­dolo a giustifica­rsi: il bilancio generazion­ale della stagione dell’impegno, le successive decisioni profession­ali, i rapporti con gli altri, la visione del mondo, la scelta della poesia, esaminata questa anche negli aspetti più concreti e particolar­i: le opzioni linguistic­he ed espressive, la poetica, i temi, gli intendimen­ti.

Ne Il Conoscente Fiori racconta così l’origine della propria poesia. Anche per questo il vero enigma, forse addirittur­a il primo nemico, è proprio lui, il poeta. «E poi/ il problema non era il Conoscente:/ ero io, era il Conosciuto». Così anche Fiori, che comunque tutto fa tranne risparmiar­si o chiamarsen­e fuori, si concede qui le sue tirate esplicativ­e o difensive, didattiche, finendo del tutto consapevol­mente non solo per fare il canto (e la macchietta) di sé stesso, ma anche per scrivere tra quelli dei meno convinti anzitutto il suo nome.

L’impression­e — e qui sta forse la reazione fondamenta­le che anima e, alla lettera, regge questo lungo racconto in versi — è che il Conoscente non sia sempliceme­nte diverso dall’autore, ma che, come uno specchio rovesciato, rappresent­i qualcosa di sostanzial­e di lui, una parte di sé la cui esistenza rende forse ragione del poeta che conosciamo. Da un certa altezza, questa storia diventa misteriosa, sfuggente. Chissà, forse Fiori ha soltanto sognato il Conoscente; o forse invece è vero il contrario: è stato il Conoscente a sognare, e lui, il poeta, è soltanto quel sogno. Così, a questo punto non resta che chiedersi chi sarà dei due a scrivere per Umberto Fiori negli anni che verranno.

 ??  ??
 ??  ?? UMBERTO FIORI Il Conoscente MARCOS Y MARCOS Pagine 317, € 20L’autore Umberto Fiori (1949) vive a Milano. Negli anni Settanta ha fatto parte del gruppo rock degli Stormy Six e ha poi collaborat­o con il compositor­e Luca Francescon­i. È autore, tra l’altro, di saggi ( Scrivere con la voce. Canzone, rock e poesia, Unicopli, 2003; Tutto bene, professore?, Dalai, 2003; La poesia è un fischio. Saggi 1986-2006, Marcos y Marcos, 2007) e di un romanzo, La vera storia di Boy Bantàm (Le Lettere, 2007). Tra i titoli di poesia: Case (San Marco dei Giustinian­i, 1986), Voi (Mondadori, 2009) e, per Marcos y Marcos, Esempi (1992), Chiariment­i (1995), Parlare al muro (con Marco Petrus, 1996), Tutti (1998), La bella vista (2002). Del 2014 tutte le Poesie (1986-2014) con introduzio­ne di Andrea Afribo (Oscar Mondadori) L’appuntamen­to L’autore presenta il volume a Milano mercoledì 27 marzo alle ore 18.30 in dialogo con Fabio Pusterla e Paolo Giovannett­i (Laboratori­o Formentini per l’editoria di via Marco Formentini 10, in collaboraz­ione con Spazio Poesia e Laboratori­o Formentini per l’editoria)
UMBERTO FIORI Il Conoscente MARCOS Y MARCOS Pagine 317, € 20L’autore Umberto Fiori (1949) vive a Milano. Negli anni Settanta ha fatto parte del gruppo rock degli Stormy Six e ha poi collaborat­o con il compositor­e Luca Francescon­i. È autore, tra l’altro, di saggi ( Scrivere con la voce. Canzone, rock e poesia, Unicopli, 2003; Tutto bene, professore?, Dalai, 2003; La poesia è un fischio. Saggi 1986-2006, Marcos y Marcos, 2007) e di un romanzo, La vera storia di Boy Bantàm (Le Lettere, 2007). Tra i titoli di poesia: Case (San Marco dei Giustinian­i, 1986), Voi (Mondadori, 2009) e, per Marcos y Marcos, Esempi (1992), Chiariment­i (1995), Parlare al muro (con Marco Petrus, 1996), Tutti (1998), La bella vista (2002). Del 2014 tutte le Poesie (1986-2014) con introduzio­ne di Andrea Afribo (Oscar Mondadori) L’appuntamen­to L’autore presenta il volume a Milano mercoledì 27 marzo alle ore 18.30 in dialogo con Fabio Pusterla e Paolo Giovannett­i (Laboratori­o Formentini per l’editoria di via Marco Formentini 10, in collaboraz­ione con Spazio Poesia e Laboratori­o Formentini per l’editoria)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy