Corriere della Sera - La Lettura
GRANDI FILOSOFI GRANDI ABBAGLI
«Per evitare il trionfo dei demagoghi, che pretendono di guidare il popolo in base ai loro assunti furbi e manipolatori, è necessario fornirsi di pedagoghi che accompagnino le menti, fin dalla giovanissima età, nel solcare il mare sterminato, e spesso tempestoso, della conoscenza». Sembra di leggere un gesuita di fine Ottocento, che sottolinea l’importanza di una sana educazione cattolica onde sottrarre i fanciulli alle «ingannevoli» ideologie materialiste e socialiste. Invece l’autore è Paolo Ercolani, studioso di sinistra, che nel libro Figli di un io minore (Marsilio, pp. 333, € 16) si scaglia contro l’attuale «società ottusa» e nemica del pensiero, dominata dalla finanza e da internet, fino a proporre di escludere dal voto i cittadini che non siano in possesso di alcune «conoscenze basilari». Alcune esigenze richiamate nel libro, come rivalutare la cultura umanistica e investire di più nell’istruzione pubblica, sono condivisibili, ma bisogna ricordare che il sapere non è garanzia di scelte sagge. Anche i grandi filosofi in politica prendono abbagli. Martin Heidegger, Giovanni Gentile e György Lukács non appoggiarono forse regimi liberticidi?