Corriere della Sera - La Lettura

GRANDI FILOSOFI GRANDI ABBAGLI

- Di ANTONIO CARIOTI

«Per evitare il trionfo dei demagoghi, che pretendono di guidare il popolo in base ai loro assunti furbi e manipolato­ri, è necessario fornirsi di pedagoghi che accompagni­no le menti, fin dalla giovanissi­ma età, nel solcare il mare sterminato, e spesso tempestoso, della conoscenza». Sembra di leggere un gesuita di fine Ottocento, che sottolinea l’importanza di una sana educazione cattolica onde sottrarre i fanciulli alle «ingannevol­i» ideologie materialis­te e socialiste. Invece l’autore è Paolo Ercolani, studioso di sinistra, che nel libro Figli di un io minore (Marsilio, pp. 333, € 16) si scaglia contro l’attuale «società ottusa» e nemica del pensiero, dominata dalla finanza e da internet, fino a proporre di escludere dal voto i cittadini che non siano in possesso di alcune «conoscenze basilari». Alcune esigenze richiamate nel libro, come rivalutare la cultura umanistica e investire di più nell’istruzione pubblica, sono condivisib­ili, ma bisogna ricordare che il sapere non è garanzia di scelte sagge. Anche i grandi filosofi in politica prendono abbagli. Martin Heidegger, Giovanni Gentile e György Lukács non appoggiaro­no forse regimi liberticid­i?

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