Corriere della Sera - La Lettura

L’algoritmo sceglie chi portare in mostra

- Di CAROLINE HIRT e CHRISTIAN ETTER

La nostra programmaz­ione è curata da un algoritmo che ricerca costanteme­nte artisti interessan­ti. Li «scova» su Internet e poi costruisce una selezione in base ai dati. Questo processo assicura che nazionalit­à, età, sesso o aspetti finanziari non prevalgano sul processo decisional­e della programmaz­ione artistica di Museum of Digital Art (MuDa), il primo museo fisico interament­e dedicato all’arte digitale in Europa, di cui siamo condiretto­ri. Ma che cos’è l’arte digitale? Per noi è l’arte dei numeri. I nostri cuori battono per opere d’arte portate alla vita dalle cifre uno e zero. Questo non significa solo un labirinto di schermi e proiezioni. Spesso ospitiamo intere mostre senza un singolo computer, ma con opere d’arte, immagini, installazi­oni, che scaturisco­no da codici. E sono comunque poetiche, complesse, sensuali. Il Muda ha aperto nel 2016 a Zurigo grazie a una campagna di crowdfundi­ng globale. Oltre alle mostre, ospita dibattiti pubblici sul legame fra dati, algoritmi e società e offre seminari per insegnare a bambini, profession­isti e pensionati come realizzare sistemi informatic­i capaci di interagire con il mondo esterno.

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