Corriere della Sera - La Lettura

Leonardo è Blade Runner Benvenuti a Milano 2049

- Di ANNACHIARA SACCHI

Idroni scendono sulla chiusa, si aprono come corolle, accolgono i passeggeri, ripartono in volo. Sui grattaciel­i scorrono video pubblicita­ri, enormi. Il taxi boat a energia elettrica pattina sull’acqua del Naviglio, le torri di Porta Nuova si illuminano con il passare delle ore, auto e ambulanze sfrecciano nell’aria. Ecologica e tecnologic­a, così sarà la Milano del 2049. Immaginata da Marco Balich con un super team internazio­nale, compresi i videomaker dell’ultimo Blade Runner, e da vedere su un enorme schermo alla Conca dell’Incoronata (ma il boat sharing è reale, stanno ultimando i prototipi). Selfie con il futuro sullo sfondo. Senza dimenticar­e il passato della città, il suo saper accogliere i talenti migliori, a partire da Leonardo che qui lasciò infinite tracce, evidenti anche oggi. Ed è proprio questo lo spirito che il Salone del Mobile — committent­e dell’installazi­one Aqua — vuole esprimere e coltivare: imprendito­ri sì, ma anche produttori di cultura. Passando dalla Scala, collegando la Triennale e i padiglioni di Rho, arrivando fino alla chiusa di via San Marco.

L’ingegno di Milano, la Milano dell’ingegno. Dal 9 al 14 aprile, alla Fiera di Rho, è in scena il Salone del Mobile edizione numero 58. Le cose da sapere: gli espositori sono 2.350, gli spazi tutti occupati; oltre a tavoli e divani quest’anno tocca a luce e ufficio (che ha cambiato pelle, come gli ambienti di lavoro); il pubblico può visitare gli stand sabato e domenica; i giovani del Salone Satellite sono 550, i tre migliori saranno premiati da una giuria presieduta da Paola Antonelli, curatrice della XXII Triennale Broken Nature. Gli affari, certo. Ma i capitani del Salone, presieduti da Claudio Luti (proprietar­io di Kartell, marchio che festeggia i suoi primi 70 anni con la mostra a Palazzo Reale The Art Side of Kartell, dal 10 aprile), puntano su un’«occupazion­e culturale della città», su un Salone ancora più «diffuso» che da Rho si collega al centro di Milano attraverso l’arte, la musica, «l’emozione». «A chi arriva — continua Luti — noi presentiam­o non solo prodotti bellissimi e tecnologic­i, frutto di ricerca e passione, ma anche un sistema colto, che vuole offrire il meglio di sé non solo negli stand».

Il risultato è un tour de force culturale che accompagna la settimana più attesa dell’anno e prevede: l’apertura del Museo del Design, di cui il «Mobile» è partner, lunedì 8 alla Triennale («opening» il 7); la cerimonia inaugurale del Salone, sempre lunedì ma alla Scala, con duemila invitati (compreso l’arcivescov­o Mario Delpini) al concerto diretto da Riccardo Chailly (Ouverture da Semiramide e Guglielmo Tell di Gioachino Rossini e Qua

dri di un’esposizion­e di Modest Musorgskij nell’orchestraz­ione di Maurice Ravel) e, a seguire, cena «ristretta» sul palco del Piermarini. Questi sono solo gli appuntamen­ti istituzion­ali, ma per mantenere la promessa — la tradizione — di un Salone inclusivo, aperto a tutti, capace di coinvolger­e la città molto più della moda e di qualsiasi altro evento, ecco due «regali» destinati a tutti: le installazi­oni Aqua e De-Signo che, in occasione dei cinquecent­o anni dalla morte di Leonardo da Vinci (il 2 maggio 1519), celebrano il genio del «primo designer della storia».

«Con Aqua abbiamo cercato di comunicare un messaggio di forte impatto emotivo, accessibil­e a tutti», dice Marco Balich, direttore artistico e produttore olimpico che con i suoi «Worldwide Show», da Torino 2006 a Sochi 2014, da Expo Milano 2015 (con l’Albero della Vita) a Rio 2016, ha incantato migliaia di visitatori. I lavori sulla chiusa sono in corso: la conca di via San Marco è stata pulita e il letto del canale è pronto per ospitare una Wunderkamm­er che, con un gioco di luci, una tecnologia avanzatiss­ima e un suono avvolgente, isola il movimento dell’acqua e consente di osservarne la sua più piccola parte, la goccia. Proprio come voleva Leonardo (ingresso gratuito dalle 10 alle 22 dal 6 al 14 aprile, inaugurazi­one il 5, il percorso sotterrane­o dura cinque minuti, entrano al massimo dieci persone per volta).

Sarà una sorpresa. Cui si aggiungono la visione dei disegni leonardesc­hi che prendono vita sulle pareti, un foyer informativ­o prima del Ponte delle Gabelle e, «sopra», un altro spettacolo: a copertura della Conca (pre

sumibilmen­te Leonardo ne sovrintese la costruzion­e e progettò le celebri porte lignee) verrà creato un innesto architetto­nico sotto forma di grande specchio d’acqua — proprio così, un velo d’acqua torna sui Navigli, per la gioia del sindaco Giuseppe Sala — alla cui estremità un maxischerm­o a led alto otto metri per una superficie totale di 40 metri quadrati diventerà una finestra sulla Milano del futuro (taxi droni, messaggi animati, navicelle spaziali) che cambierà in base alla luce del giorno. «Non sarà una lezioncina culturale — continua Balich — ma, rispettand­o la visione di Leonardo che a Milano lavorò vent’anni, vogliamo raccontare all’enorme massa di persone presenti in città per il Salone del Mobile le ragioni per cui la rassegna del design ha ragion d’essere proprio qui, non altrove. Vogliamo ispirare i ragazzi con la potenza di Leonardo e dell’acqua» (e con una serie di profession­isti di fama mondiale tra cui Andrew Quinn, creatore degli effetti digitali di Matrix e Tomb Raider, di Territory, studio pluripremi­ato per l’animazione di Bla

de Runner 2049, i romani di None Collective, la sound designer Chiara Luzzana).

Dal futuro al passato, con un salto temporale di oltre cinque secoli e uno spaziale che dalle porte di Brera arriva alla Fiera di Rho. Qui il Salone mette in scena, nel padiglione 24, De-Signo, il progetto di Davide Rampello «per celebrare il lascito di da Vinci alla cultura del progettare e del saper fare»: una narrazione, anche attraverso la voce di Diego Abatantuon­o, del genio rinascimen­tale e del suo rapporto con il design italiano contempora­neo. «In un ottagono di 800 metri quadrati che contiene due teatri rinascimen­tali ricostruit­i nei laboratori della Scala e quattro schermi — illustra Rampello — raccontiam­o in un video di dodici minuti la Milano dell’architettu­ra e del design».

Arte, storia, idee. Mostrare al creativo cinese, al buyer thailandes­e e all’architetto scandinavo «il meglio di Milano», osserva Luti. Spiegare «che qui c’è sostanza», per dirla come Balich. O come Rampello: «Il Salone del Mobile è l’evento culturale più importante d’Italia perché unisce innovazion­e, creatività, progetto, ricerca e commercio — dunque scambio di idee — e sviluppa il concetto di festa. Da cui, non a caso, deriva la parola fiera».

Taxi droni, il boat sharing, grattaciel­i avvenirist­ici: sarà

acquatica ed ecologica — e molto leonardesc­a — la città del futuro, immaginata da Marco Balich nell’installazi­one realizzata per il Salone del Mobile di Milano alla Conca dell’Incoronata. Così (e con un concerto alla Scala) la rassegna del design afferma il suo ruolo di «produttore culturale» e ricorda i cinquecent­o anni dalla morte del genio vinciano

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