Corriere della Sera - La Lettura
Sedici de Pisis in una stanza sola Persino la tinca è un capolavoro
ARoma, durante la Seconda guerra mondiale, c’è una stanza colma di arredi preziosi e opere d’arte; i quadri alle pareti sono quasi tutti di un solo pittore, Filippo de Pisis. Nel grande appartamento in via Rasella, all’interno di palazzo Tittoni, abita il collezionista Luigi Vittorio Fossati Bellani, erede di una famiglia di industriali del tessile, rientrato in Italia dopo la laurea in ingegneria in Germania. In quella stessa via i partigiani compiono l’attentato che porterà all’eccidio delle Fosse Ardeatine. Coinvolto nei rastrellamenti tedeschi, Fossati Bellani viene rilasciato, ma muore pochi giorni dopo, il 3 aprile 1944. Settantacinque anni dopo, mercoledì 3 aprile, a Villa Necchi Campiglio di Milano si inaugura La stanza di Filippo de Pisis, curata dal Fai e aperta fino al 15 settembre. Ricostruita grazie a foto e documenti d’epoca, questa camera delle meraviglie raccoglie 16 dipinti di de Pisis (sopra: La tinca, 1928: è l’opera che ha dato «spunto» alla mostra), tre di de Witt, uno di Rosai e due di Savinio. (paolo beltramin)