Corriere della Sera - La Lettura

Courbet, Corot o fotografia L’importante è che sia paesaggio

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Pittura e fotografia colte in un paritetico snodo evolutivo, l’Ottocento, e su un terreno comune, la rappresent­azione del paesaggio. Sembrerebb­ero strumenti espressivi opposti: la pittura, proiettata verso più libere visioni en plein air; l’altra, in stato nascente, pronta a cogliere nuove «verità». E invece dialogano, eccome, nella mostra Kunst als Natur, «Arte come natura», fino al 18 agosto al Lenbachhau­s di Monaco di Baviera ( lenbachhau­s.de), con opere della Fondazione Heilmann e del Münchner Stadtmuseu­m. Oltre i paesaggi più aperti o descrittiv­i di Gustave Courbet ( Le rocce nere a Trouville, 1865) o Franz von Lenbach (sotto: Entrata di cimitero, 1854), spesso il confronto è sui medesimi soggetti: il bosco dipinto da Anselm Feuerbach o tratteggia­to da Corot si specchia nelle fotografie di Constant Alexandre Famin (1865); lo Studio di nuvole di Johan Christian Dahl (1828), nelle stampe all’albumina di Robert Scholz (verso il 1870), ove l’oggettivit­à sfuma in una (comune) visione, quasi informale. (gian mario benzing)

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