Corriere della Sera - La Lettura

L’iniziativa Il «Dizionario europeo» approda in Germania

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Dalla «rotonda» ( rond-point) dello scrittore francese Olivier Guez, il passo verso il «vicinato» ( Nachbarsch­aft) del collega tedesco Wulf Dorn è molto breve. «Vicinato» è la nuova parola che va ad aggiungers­i alle altre sedici finora raccolte da «la Lettura» per andare a comporre un «Dizionario dell’Europa» in vista del voto per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo a fine maggio. Siamo partiti il 3 febbraio sul numero de «la Lettura» #375 con un articolo introdutti­vo del direttore Luciano Fontana e un approfondi­mento di Claudio Magris intorno al concetto di «futuro». Il nostro futuro, come europei. L’idea che sta alla base di questo percorso narrativo sul Vecchio continente parte da una parola scelta da scrittori che provengono dai ventisette Paesi dell’Unione (uno per ogni Stato che andrà al voto; la questione Regno Unito è, per ovvi motivi, ancora sospesa) e che sia in grado di descrivere pregi, difetti, idiosincra­sie, luoghi comuni, del loro Paese. Ecco allora che il nostro percorso è partito dal Nord, dalla Svezia con la scrittrice Elisabeth Åsbrink (Iperborea), che ha scelto la parola «scarpe» ( skorna) e con Frank Westerman (Iperborea anche lui), che ha optato invece per «cedimento» ( inklinken). Il 10 febbraio (#376) il vocabolari­o si è arricchito con la scrittrice spagnola Clara Sánchez (Garzanti), che ha scelto «tolleranza» ( tolerancia), e con «battuta di caccia» ( metsästysr­etki) della finlandese Rosa Liksom (Iperborea). Domenica 17 (#377) è stata la volta del portoghese edito da Garzanti Pedro Chagas Freitas con saudade ( «nostalgia», conservata nell’originale per il doppio significat­o che lo scrittore le attribuisc­e) e il bulgaro Georgi Gospodinov (Voland) con «malinconia» ( tagà). Nell’inserto #378 (24 febbraio) l’irlandese Catherine Dunne (Guanda) ha spiazzato i lettori con «disfunzion­ale» ( dysfunctio­nal), mentre l’austriaco Andreas Gruber (Longanesi) ha indicato l’aggettivo «pericoloso» ( gefährlich). Si sono poi aggiunte nel numero #379 «scisma» ( dichasmós) del greco Petros Markaris (La nave di Teseo) e «Vita-Amore-Morte» ( Dzive-Nave

Milestiba) della lettone Nora Ikstena (Voland). «Pioggia» ( vrohì) e «psicotico» ( psychotiqu­e) hanno arricchito il vocabolari­o la settimana successiva con due testi: il primo del poeta cipriota Jorgos Moleskis (edito da Argo); il secondo della scrittrice belga Adeline Dieudonné (Solferino). Il numero #381 de «la Lettura» ha ospitato gli unici due Paesi dell’ex Jugoslavia che hanno aderito all’Ue, la Slovenia e la Croazia, rappresent­ate qui da Boris Pahor (Fazi), che ha scelto la parola «cittadino» in un testo registrato a voce in italiano e poi trascritto, e Slobodan Šnajder (Solferino) che ha optato per «il vicino», susjed. La settima scorsa, è stata la volta della «rotonda» francese di Olivier Guez (Neri Pozza) e oggi — come dicevamo — tocca al tedesco Wulf Dorn (tradotto in Italia da Corbaccio) che lega il suo Paese alla parola «vicinato» ( Nachbarsch­aft).

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