Corriere della Sera - La Lettura
Nella pampa c’è una lingua per due Ma poi ne arrivano altri due
L’anziano professore di etnolinguistica Montefiori ha un rovello, nasce da un ritaglio di giornale che racconta che nella pampa argentina, dove era stato anni prima, erano rimasti solo due parlanti della lingua indigena
günün a yajüch, un uomo e una donna che non si rivolgevano parola da tempo per antiche liti. Scomparsi loro, della lingua che sarà? Si apre così L’idioma di Casilda Mo
reira di Adrián N. Bravi che unisce in un unico romanzo ambienti a lui cari, l’Italia e la pampa argentina, e una domanda affascinante sull’abitare la lingua, tema già toccato dall’autore di Buenos Aires, che scrive in italiano, nel saggio La gelo
sia delle lingue (Eum, 2017). La risposta
narrativa è nel viaggio del giovane studente Annibale, in parte on the road alla ricerca di quella coppia. Sono Bartolo e Casilda, due che nel villaggio argentino di Kahualkan considerano «strani» e isolati. Ad Annibale, il compito di farli incontrare, complice la giovane Alma di cui si innamora. In un gioco di coppie che si specchiano, Bravi sembra dire che le lingue non sono solo storia, ma il sentimento che vi mettiamo.