Corriere della Sera - La Lettura
Piattaforma per turisti sul bosco morente
Alberi scheletrici, i rami come lunghe dita fragili che graffiano il cielo. Un paesaggio da fallout nucleare, post-apocalittico. Acid Forest della giovane regista lituana Rugile Barzdžiukaite (classe 1983) mostra la distruzione di una parte della foresta, protetta dall’Unesco, nel parco nazionale della penisola di Neringa, una sottile lingua di terra nel Mar Baltico, metà della quale appartiene alla Lituania e l’altra metà alla Russia. Centinaia di cormorani — grandi volatili carnivori, neri, che sembrano usciti dalle pagine di Poe o Lovecraft — hanno colonizzato la pineta. Il guano altamente acido per la corteccia e per il suolo ha però intossicato la foresta — il loro habitat —. Una foresta morente trasformata in macabra attrazione turistica.
Le riprese a volo d’uccello del documentario mostrano gli alberi senza più foglie. Un paesaggio monocromatico, cinereo, reso ancora più spettrale dagli stridii degli animali. Una piattaforma in legno al centro della boscaglia funge da punto di osservazione per i turisti. Su di essa Barzdžiukaite ha piazzato telecamere e microfoni. Come sul palcoscenico di un teatro, ascoltiamo i commenti dei visitatori — chi è affascinato dalla presenza dei cormorani, chi li paragona agli Uccelli di Hitchcock, chi li vorrebbe morti («Se dipendesse da me sparerei a ognuno di loro»). Commenti che, sottotraccia, svelano il controverso rapporto tra uomo e natura.