Corriere della Sera - La Lettura

Insieme in scena (per la prima volta) le signore del teatro

- conversazi­one tra GEPPY GLEIJESES, ANNA MARIA GUARNIERI e GIULIA LAZZARINI a cura di EMILIA COSTANTINI

Stesso anno di nascita (1934), stessa città (Milano), stessa formazione (il Piccolo), anche se una è stata la musa di Strehler e l’altra venne cacciata dalla scuola: Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini debuttano in «Arsenico e vecchi merletti» a luglio a Napoli. Qui ne parlano con il regista, Geppy Gleijeses: molta (auto)ironia e una sana apprension­e

Due primedonne in scena per la prima volta insieme. Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini protagonis­te di Arsenico e vecchi merletti, celebre commedia di Joseph Kesserling immortalat­a dall’altrettant­o celebre film di Frank Capra. Lo spettacolo debutta il 13 luglio al Teatro Mercadante nell’ambito del Napoli Teatro Festival, con la regia di Geppy Gleijeses. Martha e Abby, due sorelle zitelle, una coppia di signore un po’ speciale: nella loro cantina nascondono un piccolo cimitero, dove seppellisc­ono quelli che chiamano i «loro signori», ovvero gli inquilini cui affittano le camere. Si tratta di uomini problemati­ci che le due solerti, generose padrone di casa «aiutano» ad abbandonar­e i problemi, e la vita, con un sorso di sambuco corretto all’arsenico e un po’ di cianuro. Ma a scompagina­re la serenità domestica, piomba a casa inaspettat­o il loro amato nipote Mortimer, scrittore di successo, che scoprendo l’attività a dir poco illecita delle due arzille ziette, vuole porre fine alla mattanza.

Due grandi attrici, con un tragitto artistico parallelo, e che per certi versi si è anche incrociato, ma che solo ora trova un progetto comune. ANNA MARIA GUARNIERI — Sì, è il nostro esordio in tandem sul palcosceni­co... però non è la prima volta in assoluto insieme. GIULIA LAZZARINI — No, non è la prima volta, perché c’è un precedente. Alla metà degli anni Settanta, recitammo nel Figlio di due madri, sceneggiat­o molto bello, tratto dal romanzo di Massimo Bontempell­i. ANNA MARIA GUARNIERI — Quanti ricordi... GIULIA LAZZARINI — Eravamo bravissime nel ruolo delle due madri: la trama era molto intrigante, costruita intorno a un pasticcio che riguardava questo bambino... ognuna delle due affermava che era suo figlio. Peccato non lo trasmettan­o più: vedo che la Rai rimanda in onda in continuazi­one tanti sceneggiat­i del passato... varrebbe la pena riproporlo. Come mai avete accettato la proposta di Gleijeses? Che cosa vi ha convinto?

nate ANNA lo stesso MARIA anno GUARNIERI (1934), siamo — entram- Siamo be colo, milanesi, abbiamo abbiamo percorso frequentat­o strade simili, il Pic- anche invece... se Giulia venni era cacciata la musa dalla di scuola. Strehler e io

na... GIULIA LAZZARINI — Eri più birichidis­continua... ANNA MARIA GUARNIERI — Sì, più GIULIA LAZZARINI — Io ho accettato la proposta proprio perché c’era Anna Maria. ANNA MARIA GUARNIERI — Non posso che ripetere la stessa cosa: ho accettato perché c’era Giulia. GEPPY GLEIJESES — Vi dispiace se mi intrometto? Ho pensato che fosse bello proporre questo progetto a due monumenti della scena italiana, le due più importanti interpreti teatrali della loro generazion­e, nel loro momento migliore.

ANNA MARIA GUARNIERI — Dì la verità: siamo le poche vecchine ancora in circolazio­ne... GIULIA LAZZARINI — No, ce ne sono

tante in giro... È stato difficile per lei, Gleijeses, convincerl­e? GEPPY GLEIJESES — Assolutame­nte no, anche perché ho fatto la furbata di chiederlo contempora­neamente: l’una di fronte all’altra, non potevano dire di no!

GIULIA LAZZARINI — Non saprai mai se, proponendo­celo separatame­nte, avremmo accettato a scatola chiusa....

ANNA MARIA GUARNIERI — Ma dai, Geppy, non scherzare... Come avremmo potuto dirti di no? Si è creato un ponte tra noi. GIULIA LAZZARINI — Sono d’accordo con Anna Maria. È stata un’idea magnifica metterci insieme. Alla nostra età lavorare insieme in un progetto così divertente e inusuale... D’altronde non si possono ripetere all’infinito i propri cavalli di battaglia, occorre cimentarsi in cose nuove, diverse.

GEPPY GLEIJESES — Diverse ma compatibil­i con la vostra storia. In effetti voi, nella splendida carriera, avete prevalente­mente affrontato ruoli drammatici, però sempre con una accentuata vena ironica, dimostrand­o un esprit de finesse particolar­e, che è raro trovare nel panorama teatrale italiano dove non è frequente incontrare l’attore brillante: da noi c’è la farsa o la tragedia. Nella rappresent­azione di questa pièce, una commedia «nera», è necessario percorrere la via di mezzo. E voi la conoscete bene. Siete capaci di far sorridere, senza sgomitare.

GIULIA LAZZARINI — La comicità deve scaturire da una circostanz­a seria, senza scadere nella macchietta... solo così fa ridere veramente.

La sua regia è inoltre un omaggio a un grande della commedia, Monicelli, di cui l’anno prossimo ricorrono i 10 anni dalla scomparsa.

GEPPY GLEIJESES — Proposi io a Mario, nel 1992, di debuttare come regista teatrale con questa pièce. Lui non amava molto il palcosceni­co, ma accettò proprio perché si trattava di una commedia e se la cucì addosso. All’epoca le due protagonis­te, socie in trine e bonari omicidi, erano interpreta­te da Isa Barzizza e Regina Bianchi. Io impersonav­o Mortimer... Signora Guarnieri, ci racconti il suo personaggi­o, Martha.

ANNA MARIA GUARNIERI — Non vorrei scoprire troppo le carte, anche perché ci sto ancora ragionando sopra, posso dire che tra le due vecchine, la mia è una vecchia bambina, certamente la più fragile emotivamen­te, un po’ svanita, svagata... a cui piace tanto preparare intrugli di erbe, squisiti sciroppi: avveleno la gente con dolcezza, e senza il plutonio. E la sua Abby, signora Lazzarini? GIULIA LAZZARINI — Non penso mai a un mio personaggi­o prima di iniziare il percorso delle prove: ho bisogno di sentire l’altro come risponde, ancora di più in questo caso. Posso solo dire che, rispetto alla sorella, Abby è più concreta, è una che organizza la vita di entrambe e si espone maggiormen­te, anche se la mano che uccide è quella di Martha.

GEPPY GLEIJESES — Sono due caratteri speculari, tutte e due ineffabili nella loro determinaz­ione ad ammazzare il prossimo a fin di bene. Apparentem­ente brave, buone... ma nella commedia di Kesserling, attraverso questi due personaggi, viene stracciata la retorica della bontà, è evidente la condanna del buonismo: loro spargono miele, rosoli e delicatezz­e intorno alle loro vittime, delle quali ascoltano i problemi, ne comprendon­o le sofferenze e quindi eseguono la sentenza, dando loro una placida morte.

GIULIA LAZZARINI — Non si rendono conto di essere una coppia di assassine, sono convinte di svolgere un compito umanitario, e quando il nipote glielo sbatte in faccia ne restano stupite.

ANNA MARIA GUARNIERI — E pure offese: non sono cattive e vengono scoperte proprio perché non nascondono nemmeno ciò che fanno.

GEPPY GLEIJESES — Insomma, due matte in una gabbia di matti, in mezzo a un carosello di cadaveri. Come vi siete divisi i ruoli? GIULIA LAZZARINI — Ce li siamo assegnati da sole... ANNA MARIA GUARNIERI — Un’assegnazio­ne inevitabil­e, naturale, che rispecchia i nostri caratteri. Martha me la sento dentro per istinto, anche se ha meno scene di Abby... GIULIA LAZZARINI — Forse l’hai scelta

per faticare di meno... Avete rivisto il film del 1941? GIULIA LAZZARINI — Mi colpì a suo tempo moltissimo. Ora l’ho rivisto in versione originale e l’ho trovato geniale.

ANNA MARIA GUARNIERI — Non me lo ricordavo e, quando adesso l’ho visto, devo dire che l’ho trovato un po’ esagerato, grottesco, inconsueto per un regista ficcante come Capra. Si muovono tutti in maniera un po’ troppo buffa, Cary Grant faceva troppe faccette. GIULIA LAZZARINI — Sì, ma elegante. GEPPY GLEIJESES — Anche Monicelli riteneva che non fosse il film migliore del collega americano. In teatro cerco di creare un’atmosfera meno farsesca, più surreale, esaltando la componente del thriller, per creare più mordente. Che cosa preoccupa tutti e tre nella realizzazi­one dello spettacolo? ANNA MARIA GUARNIERI — Io alterno l’umore: da un lato ne sono attratta, dall’altra mi dico oddio sarò capace? Un pizzico di ansia ci sta, ma so che devo essere capace per forza. GIULIA LAZZARINI — Mi preoccupa trovare il tono giusto, mantenere il binario della credibilit­à, senza eccedere né strizzare l’occhio al pubblico.

GEPPY GLEIJESES — Non sono preoccupat­o, conosco la forza del testo e ho a disposizio­ne due regine della scena. Dal canto mio, cercherò di fare il mio meglio. Eduardo De Filippo, di cui sono stato allievo, diceva che il teatro è puro artigianat­o, non si inventa nulla, va costruito tavola su tavola, chiodo su chiodo... e così faremo noi, scalino dopo scalino. Non sarà difficile la convivenza di due primedonne? ANNA MARIA GUARNIERI — Non credo, spero però di non venire surclassat­a... Liti? Le escludo. GIULIA LAZZARINI — Se c’è qualcosa da dire io la dico in faccia... certo nella convivenza bisogna essere accomodant­i. ANNA MARIA GUARNIERI — Tranquilla, io sono accomodant­issima.

GIULIA LAZZARINI — Semmai, deve preoccupar­si il regista... Lui non lo sa ma tra noi abbiamo fatto un patto di ferro, per metterlo sotto.

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