Corriere della Sera - La Lettura

«Una danza tra le epoche: la protagonis­ta soffre con me»

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Èsui passi di una danzatrice di corte, nella Corea del 1890, che Shin Kyung-sook — una delle autrici più note in Corea del Sud, premiata anche all’estero — ha lasciato che cozzassero culture diverse. La danzatrice di Seul

(Piemme) segue infatti le tracce di una figura storica, Yi Jin, che finirà con l’indurre un diplomatic­o francese a chiederla in sposa, sfidando tradizioni ed etichetta. E non è detto che per l’orfanella già accolta a corte il viaggio a Occidente coincida con un lieto fine. Perché ambientare il romanzo 130 anni fa?

«È il momento in cui in Corea età premoderna e modernità si sovrappong­ono. Collasso e speranza di una nuova era convivono. Poi arriva purtroppo la colonizzaz­ione del Giappone (dal 1910 al 1945, ndr). Su Yi Jin sopravvive­va solo una piccola testimonia­nza: raccontand­ola, ho reso giustizia alla sua vita tragica e alla sua morte attraverso la scrittura». Lo sfondo storico per parlare dell’oggi...

«Ho cercato di dare un taglio moderno alla storia. La mia scelta di cogliere la tragicità di quell’epoca è senz’altro legata al modo in cui osservo il presente». Lei fa dire della protagonis­ta: «È così fuori dal comune che, se non morirà giovane, dovrà essere mandata in esilio in un Paese lontano». Che cosa dobbiamo vedere nella figura di Yi Jin? «Yi Jin vive a corte durante la dinastia Joseon, parte per Parigi dove conosce una società moderna scoprendo uguaglianz­a e libertà. Di fatto sperimenta due periodi storici: il feudalesim­o in patria, la modernità in Francia. Ma non si adatta al nuovo mondo, torna e assiste all’assassinio dell’imperatric­e nel 1895 e alla fine di tutto. È dà la vita... Scrivendo, ho attraversa­to lo stesso strazio di Yi Jin».

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