Corriere della Sera - La Lettura

L’universo di Balla in un sole tricolore

- Di ARTURO CARLO QUINTAVALL­E

Le Gallerie d’Italia ospitano l’imponente «Genio futurista» del 1925, forse un «ritratto» di Marinetti, forse un «autoritrat­to». È interessan­te a questo proposito un parallelo con Depero

Nel 1925 si apre a Parigi l’Exposition des Arts décoratifs modernes, punto di partenza dell’Art déco. Giacomo Balla espone Mare vele vento, Farfalle in movimento, Fiori futuristi e Genio futurista; quest’ultimo dipinto (ora esposto alle Gallerie d’Italia di Milano) è un olio su tela d’arazzo di dimensioni imponenti (279 x 381 centimetri). Accanto a lui Fortunato Depero propone Guerra-festa, sempre del 1925, una tarsia in panno di grandi dimensioni (330 x 243 centimetri). Due amici, due storie, due modi di rappresent­are il mondo.

Cominciamo dal pezzo firmato «Futurballa» dove, nella piramide grigia in basso, si legge Genio futurista. Ma chi è il genio, e perché questo spazio esploso, con una figura al centro ridotta a schema, una stella per capo e attorno quasi una citazione delle Compenetra­zioni

iridescent­i — le ricerche di Balla, attorno al 1912, sulla luce, il colore, il movimento e dove l’artista usa le stesse angolate frecce, la stessa grafia del quadro per indicare movimento, luce, progresso?

Osserviamo il dipinto del 1925: lo spazio è esattament­e quello di un palcosceni­co, i raggi sono di un sole tricolore. Ma chi sta dunque al centro di questa architettu­ra? Fabio Benzi suggerisce che «il Genio futurista è in fondo un autoritrat­to dello stesso Balla», ma il gioco sta nel non precisare l’identità della figura, così Genio futurista potrebbe essere Marinetti come nel dipinto di Fortunato Depero, un olio su tela dal titolo Marinetti temporale patriottic­o (Ritratto psicologic­o), datato 1924. Depero mette al centro proprio Marinetti: disegna volute circolari, frecce, dilata contro un cielo azzurro un’esplosione di rossibianc­hi-verdi: insomma Marinetti è insieme Patria e Universo.

I due pittori, Balla e Depero, l’Universo intendono trasformar­lo, ma secondo modelli molto diversi. Giacomo Balla firma nel 1914 il manifesto de Il vestito antineutra­le, un abito futurista maschile che sarà dunque «dinamico, asimmetric­o, agilizzant­e, gioioso, poco durevole, variabile». I disegni accanto al testo propongono nel Vestito rosso in un sol pezzo del pittore futurista Carrà lo stesso schema della figura al centro di Genio futurista. Ma perché Balla propone al centro del dipinto il «genio»? Una chiave, forse, viene dal manifesto firmato da Balla e da Depero Ricostruzi­one futurista dell’universo datato 11 marzo 1915, scritto dunque nel clima della Prima

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