Corriere della Sera - La Lettura

Il mare, il cielo La linea di Guccione

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C’è una linea quasi impercetti­bile, nei dipinti di Piero Guccione, che divide la parte superiore da quella inferiore: è il confine tra il mare e il cielo. Per Alberto Moravia, l’artista siciliano «si è messo fuori dalla storia, si è tenuto alla passione che è di tutti i tempi e di tutti i luoghi, e a quella soltanto»; Vittorio Sgarbi lo ha definito «il più grande pittore degli ultimi cinquant’anni». A meno di un anno dalla sua scomparsa, il museo d’arte di Mendrisio dedica a Guccione la retrospett­iva Un uomo come il mare, che raccoglie 56 opere tra oli e pastelli (sotto: Tramonto a Punta Corvo, 1970), realizzate a partire dagli anni Settanta fino alla conclusion­e del percorso dell’artista (museo.mendrisio.ch; fino al 30 giugno). Nato e cresciuto a Scicli, città capolavoro del barocco, nel 1935, Guccione aveva osservato lo spettacolo del mare ogni giorno dell’anno, per decenni: «Mi attira la sua assoluta immobilità, che però è costanteme­nte in movimento». (paolo beltramin)

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