Corriere della Sera - La Lettura

Un sito per esplorare la mappa mundi del ’300

Animali fantastici (come l’unicorno), città sfregiate (come Parigi, qui sotto)... La più grande carta geografica medievale si anima là dove è nata: Hereford, Inghilterr­a

- ANNACHIARA SACCHI

Ipellegrin­i osservavan­o l’atlante incantati. Gerusalemm­e, Roma, Parigi. Perfino Hereford, la cittadina inglese in cui la mappa è ancora oggi custodita. La indicavano con il dito, sfiorando la pergamena, «noi siamo qui», dovevano toccarla, sentirla, tanto che in quel punto l’inchiostro è sbiadito, quasi cancellato. Osservavan­o le storie della Bibbia, l’Eden, la Torre di Babele, cercavano il Mar Rosso e il loro posto nel mondo. Lo spazio, il tempo, la spirituali­tà: erano queste le loro coordinate. Riassunte superbamen­te nella Mappa Mundi di Hereford, la più grande carta geografica medievale oggi esistente, realizzata intorno al 1300 in Inghilterr­a da Richard di Haldingham e Lafford: le terre allora conosciute, il mito, la religione, la fantasia.

Est, in alto; Ovest, in basso; Nord a sinistra, Sud a destra. Gerusalemm­e al centro. Le isole britannich­e in basso a sinistra. Intorno, palazzi e castelli, animali fantastici dipinti magistralm­ente (c’è anche l’unicorno, molto in voga perfino oggi), Trogloditi e Cinocefali, immagini e testi. È una summa delle conoscenze umane questa enorme mappa pentagonal­e — disegnata e miniata, appesa a una parete della cattedrale di Hereford, non lontano dal confine con il Galles — 158 per 133 centimetri su pelle di vitello, la «sezione geografica» circoscrit­ta in un cerchio (diametro: 130 centimetri) , parabole e leggende vicino alla cornice .

I disegni sono oltre cinquecent­o: 420 città, 15 storie bibliche (dall’Eden al Giudizio), 33 piante, animali (cammelli, linci, elefanti), uccelli e strane creature, 32 immagini di popolazion­i (compaiono anche due Sciapodi, con una sola gamba e un enorme piede), 8 tratte da miti classici (il Labirinto di Cnosso, il Vello d’oro, l’accampamen­to di Alessandro Magno). Da perderci le giornate. A osservare i rattoppi del vellum, la collocazio­ne delle isole « Farei », cioè le Fær Øer che compaiono qui per la prima volta, ad ammirare Roma caput mundi regit orbis frena rotundi, «Roma capitale del mondo regge le redini dell’orbe rotondo» (altro che piatto), la maestosa Parigi con le sue torri e i pinnacoli, famosa e ammirata come sede universita­ria, culla di studi filosofici e teologici (vi aveva studiato san Tommaso di Cantilupe, vescovo di Hereford dal 1275 al 1282). Ma a guardare bene la mappa (anche virtualmen­te: il sito themappamu­ndi.co.uk, registrato quest’anno, è formidabil­e) è proprio intorno a Parigi che si notano profondi graffi, come se qualcuno, in un moto di stizza, avesse voluto cancellare la capitale francese.

Inchiostro nero, rosso, oro, mari e fiumi in blu o verde. Christophe­r de Hamel, uno dei massimi esperti di codici miniati, autore di Storia di dodici manoscritt­i (Mondadori, 2017) ha definito la Mappa Mundi di Hereford «il più importante manoscritt­o illustrato dell’Inghilterr­a medievale», sedotto da quel documento in cui convivono scienza e fede, draghi e giganti, salvato dalla Seconda guerra mondiale (a differenza del Mappamondo di Ebstorf, distrutto nel 1943 ad Hannover), «quasi» venduto nel 1988 in seguito a una crisi economica della diocesi, salvato ed esposto là dove è nato. E dove si trova in ottima compagnia: la cattedrale di Hereford ospita la più grande biblioteca del mondo di libri incatenati (1.500). E uno dei quattro esemplari della Magna Charta del 1217.

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