Corriere della Sera - La Lettura
La libertà secondo Lucio Fontana è chiusa in un «Concetto spaziale»
La poetica spregiudicata di Lucio Fontana (1899- 1968) era insofferente agli schemi e contrapponeva lo spazio ai volumi con un senso di assoluta libertà e ironia. La mostra Lucio Fontana. La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellate (al Museo archeologico regionale di Aosta fino al 22 settembre, regione.vda.it) a cura di Giovanni Granzotto e Leonardo Conti, ne indaga la portata dirompente ed evidenzia l’ascendente da lui esercitato sul mondo dell’arte. Trenta opere tra tele, ceramiche e carte, realizzate tra gli ultimi anni Quaranta e il 1968 rivelano il genio del maestro. I suoi Concetti spaziali (sotto: 1961), in un’alchemica combinazione di materia, dinamismo e artificio, aderiscono alla contemporaneità delle scoperte scientifiche e al progresso tecnologico, teorizzando lo «Spazialismo» che coinvolgerà e influenzerà future generazioni di artisti. La ricerca di Fontana, sempre tesa al superamento della pittura, della scultura e della poesia, è un vero inizio per l’arte contemporanea. ( andrea fanti)