Corriere della Sera - La Lettura
Il conte Maxim fa soltanto una cosa
AMaxim Trevelyan, conte di Trevithick (Cornovaglia), bel ventottenne, deejay, modello e fotografo a tempo perso, gli amici al pub ripetono sempre la stessa litania: «Sei uno scopatore seriale». Oppure: «Andiamo, Trevelyan, ti sei scopato quasi tutta Londra». Non è una fama usurpata. Nella parte iniziale del romanzo ( The Mister di E. L. James, l’autrice plurimilionaria di Cinquanta sfumature ecc.) il conte di Trevithick si esibisce senza tregua nella sua specialità: «la scopata senza nome», nel senso che non si ricorda nemmeno come si chiama la partner della serata. Nelle prime 150 pagine il verbo scopare (compresi sinonimi e derivati) ricorre 31 volte. Lord Trevithick non si ferma nemmeno davanti a parenti e parentado e va a letto con la cognata, vedova da due giorni di Kit, il fratello maggiore e amatissimo di Maxim. Ma la loro è più una forma di elaborazione del lutto, un modo per compiangere il congiunto. Dietro la sex machine c’è in realtà un gran romantico. Lo capiamo nella scena in cui gli appare la donna per la quale perderà la testa: «Lei sgrana gli occhi e fa un passo indietro armeggiando con la scopa (Computer, questa non va contata, ndr), che le sfugge di mano e cade per terra». Lei è Alessia Demachi, domestica albanese sfuggita a una tratta delle bianche organizzata da connazionali senza scrupoli. La ragazza è al servizio del Conte, ma lui non l’aveva ancora mai vista. Fatte le presentazioni, Alessia torna alle sue incombenze: «Ricomincia a spazzare il pavimento muovendo la scopa (Computer, anche questa non va contata, ndr) con gesti frenetici...». Quella stessa notte il Lord sogna la ragazza ed è una visione che non ha bisogno dell’interpretazione di Freud: «È nel corridoio, con gli occhi spalancati. In mano ha una scopa (Computer, anche questa non va contata, ndr). È nuda». Tutti questi conteggi e il resto mi hanno un po’ turbato e confuso. Pausa di riflessione. Il voto la prossima volta.