Corriere della Sera - La Lettura

Distrugget­e i nasi di quei faraoni Storia di statue egizie mutilate

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Alla Pulitzer Arts Foundation di St. Louis (pulitzerar­ts.org), nello Stato del Missouri, è aperta fino all’11 agosto una curiosa mostra di arte egizia dal titolo Striking Power: Iconoclasm in Ancient Egypt. Sono esposti 40 oggetti, tra iscrizioni sui templi, statue di faraoni, in basalto o in granito a seconda dell’importanza attribuita al personaggi­o. Tutte con un tratto comune: qualcuno le ha volutament­e danneggiat­e. I ritratti scolpiti, per esempio, hanno il naso distrutto (sotto: Testa di regina, 1336 a.C). «Era un modo per impedire al faraone ritratto di poter respirare nell’aldilà, di impedirgli la comunicazi­one con la divinità. Così veniva svilita la sua figura e sconfessat­o il suo potere», spiega uno dei curatori della rassegna, Edward Bleiberg, responsabi­le della sezione Egitto e Medio Oriente del Brooklyn Museum di New York, da cui provengono i pezzi della rassegna. Una delle prime forme di iconoclast­ia, dunque, al servizio di lotte tra dinastie rivali nell’antico Egitto e più tardi di guerre tra religioni. (giuseppe sarcina)

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