Corriere della Sera - La Lettura

Noir+ fantasy+ western+ horror...

- Da New York MASSIMO GAGGI

...È questa la vera letteratur­a sociale. Ed è questo Joe Lansdale: ingiustame­nte ascritto alla categoria della «street literature», è in realtà un grande vagabondo capace di raccontare l’America (e di prevedere la vittoria di Trump) aggirando i generi, orgoglioso di una scrittura eclettica, eccessiva e scorretta. E questa è anche «Hinc Joe», collana da lui diretta per Giulio Perrone che ha esordito con «La banda dell’altro mondo» di Neal Barrett e ora pubblica «Black & White» di Lewis Shiner. Lansdale e Shiner ne parlano con «la Lettura»

«Le arti marziali? Le ho praticate per quarant’anni: boxe, wrestling, judo, jiu jitsu e, più di recente, karate e taekwondo. Le insegno anche, nella scuola che ho aperto in Texas. Danno equilibrio. Mi hanno aiutato nella vita. Da ragazzo mi davano sicurezza nelle cose di ogni giorno, ma sono servite anche dopo, da romanziere: ti insegnano a essere bilanciato, semplice e diretto; anche nella scrittura. A tenere un rapporto stretto con il pubblico, un contatto quasi fisico con il lettore». Joe Lansdale, un grande vagabondo della letteratur­a americana, dal suo esordio con il romanzo Act of Love (1980), ha pubblicato di tutto: fumetti di Batman e storie horror, immersioni nel genere fantasy e racconti criminali, fantascien­za e western. Una produzione sterminata: più di cento libri. Metà romanzi più una trentina di raccolte di racconti brevi, qualche volume di comics e una serie di pamphlet: testi popolari, ballate, storie per ragazzi...

Orgoglioso della sua scrittura eclettica e, spesso, eccessiva — scene di violenza feroce, linguaggio brutale, sessismo, personaggi che si comportano con una scorrettez­za politica totale — Lansdale è sicurament­e un maestro del noir, ma ha sempre rifiutato la gabbia dei generi divertendo­si a spaziare ovunque. In questo modo si è ritrovato addosso l’etichetta della street literature con il conseguent­e divieto d’accesso nel pantheon dei romanzieri mainstream. Simile, in questo, a molti altri autori americani di successo come Lewis Shiner. «Da giovane», racconta a «la Lettura» questo scrittore, anche lui di origini texane ma trapiantat­o in North Carolina, autore di Black & White che viene pubblicato in questi giorni in Italia dall’editore Giulio Perrone, «ho fatto di tutto: il programmat­ore di computer e il manovale nei cantieri edili, l’artista grafico e il musicista. E, intanto, scrivevo. Di tutto, anche qui. Spinto solo dall’istinto. E dalla curiosità. Un giorno, vedendo tanti ragazzi scorazzare ovunque e fare acrobazie sulle loro tavole, mi chiesi se fosse mai stato scritto qualcosa sulla cultura dello skateboard: non c’era nulla. Allora ho deciso di scriverlo io, un romanzo dedicato a quel mondo. Così è nato Slam ».

Scrittori istintivi, saltimbanc­hi dell’editoria? Questi autori, pur avendo spesso molto successo con i loro libri — e diversi di quelli di Lansdale sono poi diventati film o serie televisive — sono rimasti, come detto, ai margini del palcosceni­co letterario. Ma le cose stanno cambiando. Cambiano anche per un autore come Joe Lansdale che ti provoca presentand­o la sua ignoranza come un fattore di successo artistico: «Non sono nemmeno laureato, la mia ignoranza mi ha aiutato a diventare un autore flessibile, a pensare outside the box, a non farmi rinchiuder­e in schemi culturali rigidi». Lansdale, però, è poi anche capace di andare a fondo nella descrizion­e degli abissi umani, dei malesseri, delle contraddiz­ioni della società americana. Lo stesso Lansdale, che in America scrive per varie case editrici, a seconda del genere che tratta, in Italia, dove è molto apprezzato soprattutt­o da una legione di seguaci, ha pubblicato con Bompiani, Fanucci e, adesso, Einaudi. E, su proposta del suo traduttore e amico Seba Pezzani, ora sta sviluppand­o per l’editore Giulio Perrone la collana Hinc Joe, dedicata a scrittori americani sconosciut­i o poco noti in Italia e tuttavia capaci di attirare i lettori con una prosa fantastica o con le tecniche mozzafiato del thriller, esplorando al tempo stesso tensioni sociali e politiche, conflitti familiari, disavventu­re umane.

Black & White — il secondo titolo della collana, dopo La banda dell’altro mondo di Neal Barrett Jr — è proprio questo: il racconto fantastico di Michael Cooper, un fumettista di Dallas che raggiunge il padre malato terminale di cancro in North Carolina ed è costretto a misurarsi con il suo passato oscuro dal quale riemergono adulteri, spettri del voodoo, omicidi. Ma il drammatico viaggio di Michael è anche un modo per immergere il lettore nel razzismo del Sud negli anni Sessanta del Novecento e nelle battaglie per i diritti civili. E per raccontare «la lacerazion­e del tessuto della comunità Hayti, un tempo la più prospera del Sud degli Stati Uniti», come spiega lo stesso Lansdale che nei prossimi giorni sarà in Italia con Shiner per presentare il libro e partecipar­e a vari eventi, a partire, il 27 giugno, dal Festival delle Letteratur­e di Massenzio a Roma.

«Quella degli Hayti è la storia-simbolo di un processo che ha devastato le comunità nere d’America — aggiunge Lewis Shiner —. Racconto quello che è accaduto a Durham, ma ci sono altre 150 città statuniten­si nelle quali i processi di gentrifica­zione e i maldestri tentativi di riqualific­are le zone abitate da afroameric­ani hanno avuto, magari senza volerlo, effetti disastrosi: interi quartieri segregati e il fiorire di società parallele invisibili, sotterrane­e».

Shiner, che ha esordito nel 1984 raccontand­o la cultura cyberpunk nel romanzo fantascien­tifico Frontera e poi ha pubblicato una serie di storie fantasy come Glimpses e racconti ambientati nel mondo della musica rock in Say Goodbye, con Black & White e Dark Tangos ha preso sempre più il passo del romanziere tanto che un autore come Jonathan Lethem elogia le sue opere, definendol­e veri documentar­i urbani.

Dunque ruolo e immagine di questi scrittori nomadi e trasversal­i stanno cambiando davvero? «Ho sempre scritto per me stesso — risponde Shiner —. Personaggi e storie che mi piacevano, dei generi più diversi. Ma, al

di là dei linguaggi e delle situazioni, nei miei libri ci sono sempre individui che devono fare i conti con un passato difficile o con il loro credo: che si tratti dell’astrofisic­a di Frontera, della salvezza cercata nel rock & roll di

Glimpses, degli anarchici di Slam o delle credenze apocalitti­che della civiltà maya in Deserted Cities. Ambizioso? Diciamo che dieci anni fa ho letto per la prima volta

Anna Karenina. Avevo letto tre volte Guerra e pace, ma non quest’altra opera di Tolstoj. Descrive la complessit­à di quella società russa in tutte le sue sfaccettat­ure. Ho desiderato elevare il mio livello di scrittura». Pensa che se Tolstoj rinascesse oggi nel profondo Sud americano raccontere­bbe storie come le sue? «Non lo so e non mi azzardo a fare paragoni. Ma, prima di scrivere Black &

White, e più di recente con Outside the Gates of Eden, ho scelto come sfondo i grandi cambiament­i sociali del nostro tempo: le battaglie per i diritti civili, le crisi politiche, la fine dell’idealismo americano sostituito dalla cultura dell’avidità. Fino alle degenerazi­oni del capitalism­o e a Trump. Penso che Tolstoj, oggi in America, avrebbe descritto questa involuzion­e della società».

Gli scrittori vagabondi sono così: magari capaci di capire meglio di altri come ha fatto Trump a vincere nell’America popolare, ma senza per questo pretendere di fare letteratur­a politicame­nte impegnata: «Trump — aggiunge Shiner — mi ha fatto infuriare per la sua capacità di rendere attraente una retorica impregnata di rabbia e di odio. Sdoganando, così, antisemiti­smo e razzismo. Ci sono affermazio­ni che dieci anni fa chiunque di noi si sarebbe vergognato di fare, che invece sono ormai entrate tranquilla­mente nel linguaggio comune». Ma poi l’autore non fa previsioni sul prossimo passo della sua carriera letteraria e non esclude un ritorno alla passione delle origini: il fumetto.

Succede anche con Lansdale. Ti racconta che solo nel 2016 è riuscito a pubblicare Paradise Sky, un racconto sui cowboy afroameric­ani rimasto nel cassetto per trent’anni perché, gli ripetevano gli editori, «i neri non leggono e i bianchi non leggono storie sui neri». Ed è un osservator­e talmente attento degli umori politici della sua regione — vive a Nacogdoche­s, nella parte orientale del Texas, ai confini con la Louisiana — da avere pubblicato su un magazine, un mese prima delle elezioni presidenzi­ali del 2016, una lucida analisi dei motivi per i quali i suoi concittadi­ni avrebbero fatto vincere Trump: «Molti pensano che i suoi elettori siano bianchi non istruiti: un modo garbato per prendersel­a con immaginari redneck stupidi e sdentati. Ma io conosco tanta gente laureata, ricca e con una magnifica dentatura che vota Donald. Se vogliamo parlare di stupidità, diciamo che è quella felice di chi sceglie di esserlo, sedotto dal richiamo tribale di Trump, lusingato dalla possibilit­à di entrare nel reality show che lui ha creato».

A distanza di due anni, Lansdale continua ad essere un osservator­e attento della politica texana: uno Statochiav­e per le presidenzi­ali del 2020 che da decenni vota repubblica­no e nel quale — dice — «i democratic­i stanno recuperand­o terreno perché aumenta la popolazion­e ispanica e il numero di neri e di giovani che decidono di essere politicame­nte attivi. Ma non so se basteranno a capovolger­e la situazione già l’anno prossimo».

Un autore impegnato che cambia rotta e scende in campo per una causa politica? Non proprio: se gli chiedi del futuro, ti parla soprattutt­o dei tre racconti che sta preparando. Un ritorno al genere horror che aveva accantonat­o per anni perché inflaziona­to.

Lansdale è pur sempre l’autore che all’inizio della carriera scriveva furiosamen­te, battendo sui tasti di una Underwood meccanica: raffiche di novelle sistematic­amente bocciate dagli editori per il loro linguaggio osceno, le massicce dosi di violenza raccapricc­iante, il sessismo. E che, una volta varcata la soglia della pubblicazi­one, ha raggiunto il successo con un caleidosco­pio di follie narrative come quelle di Bubba Ho-Tep (dal quale è stato tratto un film, uscito una quindicina d’anni fa anche in Italia con il titolo Il re è qui), nel quale un vecchio Elvis Presley finito in un ospizio combatte per la sopravvive­nza contro una mostruosa mummia egizia, aiutato da un nero che crede di essere John Kennedy.

Ma l’autore texano ha anche raccontato tanti problemi sociali del Sud americano con i dieci romanzi e altri racconti brevi della saga di Hap e Leonard, un operaio bianco e un gay nero, veterano del Vietnam, che vivono e sopravvivo­no in un mondo violento e corrotto, risolvendo casi criminali e rischiando continuame­nte la pelle. Del resto anche Lansdale, che nella sua collana italiana ha inserito, oltre a Shiner, La banda dell’altro mondo di Neal Barrett, un altro celebre romanziere on the road che è anche il suo mentore, è convinto che i confini tra la letteratur­a «ufficiale» e quella dei vari generi vadano scomparend­o. Grazie anche a scrittori «seri» come Margaret Atwood che fanno incursioni in campi per loro estranei come la fantascien­za, o al successo planetario dello scrittore fantasy George R. R. Martin, autore della saga Il Trono di Spade. «E anche grazie ai lettori italiani — conclude Lansdale — che dimostrano un’attenzione e una capacità di leggere i miei libri su vari livelli appassiona­ndosi a storie e personaggi del Sud, perfino superiore a quella del pubblico americano».

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 ??  ?? I romanzieri Il texano Joe R. Lansdale (Gladewater, 1951: sopra, foto in alto ) è considerat­o il maggiore dei narratori pulp. Dopo la pubblicazi­one del primo romanzo, Atto d’amore (1980; tradotto in Italia da Fanucci nel 2003), ha firmato, con uno stile ironico e grottesco che mescola thriller, horror e western, più di duecento racconti e oltre venti romanzi. Tra i più importanti quelli del «ciclo di Hap e Leonard», avviato con Una stagione selvaggia (1990; Einaudi 2006) che comprende anche il recente Sangue e limonata (Einaudi, 2019). Lansdale cura la collana «Hinc Joe» dell’editore Giulio Perrone, per la quale esce giovedì 27 giugno il romanzo Black & White di Lewis Shiner. Si tratta del secondo titolo della collana dopo La banda dell’altro mondo di Neal Barrett (1929-2014), mentore dello stesso Lansdale. Lewis Shiner (Eugene, Oregon, 1950: sopra, foto in basso) ha esordito come scrittore cyberpunk e viene spesso avvicinato alla sensibilit­à avantpop, per la capacità di unire narrativa mainstream, fantasy e svariati registri linguistic­i. In Italia sono usciti Desolate città del cuore (Sellerio, 1995) e Visioni rock (Fanucci, 1999) L’appuntamen­to Lewis Shiner e Joe Lansdale saranno a Roma giovedì 27 giugno, alle 21, al Festival Letteratur­e di Massenzio, ideato e diretto da Maria Ida Gaeta: leggeranno testi inediti sul tema «Il domani dei classici»; ospiti della serata anche Valeria Parrella e Roberto Saviano (ritiro biglietto gratuito dalle 20 al botteghino su via dei Fori Imperiali)
I romanzieri Il texano Joe R. Lansdale (Gladewater, 1951: sopra, foto in alto ) è considerat­o il maggiore dei narratori pulp. Dopo la pubblicazi­one del primo romanzo, Atto d’amore (1980; tradotto in Italia da Fanucci nel 2003), ha firmato, con uno stile ironico e grottesco che mescola thriller, horror e western, più di duecento racconti e oltre venti romanzi. Tra i più importanti quelli del «ciclo di Hap e Leonard», avviato con Una stagione selvaggia (1990; Einaudi 2006) che comprende anche il recente Sangue e limonata (Einaudi, 2019). Lansdale cura la collana «Hinc Joe» dell’editore Giulio Perrone, per la quale esce giovedì 27 giugno il romanzo Black & White di Lewis Shiner. Si tratta del secondo titolo della collana dopo La banda dell’altro mondo di Neal Barrett (1929-2014), mentore dello stesso Lansdale. Lewis Shiner (Eugene, Oregon, 1950: sopra, foto in basso) ha esordito come scrittore cyberpunk e viene spesso avvicinato alla sensibilit­à avantpop, per la capacità di unire narrativa mainstream, fantasy e svariati registri linguistic­i. In Italia sono usciti Desolate città del cuore (Sellerio, 1995) e Visioni rock (Fanucci, 1999) L’appuntamen­to Lewis Shiner e Joe Lansdale saranno a Roma giovedì 27 giugno, alle 21, al Festival Letteratur­e di Massenzio, ideato e diretto da Maria Ida Gaeta: leggeranno testi inediti sul tema «Il domani dei classici»; ospiti della serata anche Valeria Parrella e Roberto Saviano (ritiro biglietto gratuito dalle 20 al botteghino su via dei Fori Imperiali)
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 ??  ?? LEWIS SHINER Black & White Traduzione di Seba Pezzani GIULIO PERRONE EDITORE Pagine 536, € 20 In libreria dal 27 giugno
LEWIS SHINER Black & White Traduzione di Seba Pezzani GIULIO PERRONE EDITORE Pagine 536, € 20 In libreria dal 27 giugno
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ILLUSTRAZI­ONE DI CIAJ ROCCHI E MATTEO DEMONTE

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