Corriere della Sera - La Lettura

Ermes e Atena antifascis­ti a Ventotene

Passati e futuri Wu Ming 1, con «La macchina del vento», elabora lo stesso bisogno di «Q» (di cui ricorre il ventennale): interrogar­si su ciò che potrà essere e su ciò che si sarebbe potuto fare

- Di DANIELE GIGLIOLI

Il tono scanzonato con cui Wu Ming 1 riesce a narrare in La macchina del vento le vicende di un gruppo di confinati nell’isola di Ventotene tra il 1937 e il 1943 è un felice enigma. Un enigma perché funziona. Eppure si tratta di una faccenda maledettam­ente seria. Giovinezze spezzate, famiglie divise, fame, deprivazio­ne, soprusi, pestaggi, nessuna prospettiv­a di fuoriuscit­a da un fascismo trionfante che comincia a scricchiol­are solo quando getta l’Italia in una serie di guerre sanguinose quanto imbecilli, oltre che criminali: non ne azzecca una che è una, Francia, Grecia, Africa, Russia…

Niente di cui ci sia da ridere, e infatti non è il riso l’effetto che l’autore ha di mira: nessuna farsa, nessuna satira, nessuna consolazio­ne sarcastica nel fatto che i prigionier­i chiamino Mussolini Pasta-efagioli equiparand­o i suoi discorsi a flatulenze. Eppure, in quell’isola che trae il suo nome dal vento, fermentano incontroll­abili speranze che non si piegano nemmeno per un attimo a quello che una ragione micragnosa refertereb­be come un esame di realtà dagli esiti infausti. A Ventotene la ragione non è nemica, è alleata del sogno. Sognatori sono tutti, i personaggi inventati e i personaggi reali come Pertini, Spinelli, Colorni, Ernesto

Rossi, Terracini, Camilla Ravera — più in ombra i comunisti ortodossi tipo Secchia e Scoccimarr­o, troppo impegnati nella laboriosa digestione del patto MolotovRib­bentrop…

Ai personaggi inventati l’autore lascia ovviamente maggior libertà di manovra. La lascia a Erminio Squarzanti, studente in lettere classiche arrestato dall’Ovra mentre è in preda al dilemma se presentare la sua tesi di laurea sul Mediterran­eo come luogo di incontri, scambi e sorprese, a rischio di far infuriare il relatore Goffredo Coppola, valente grecista ma fascista fanatico, che vuol sentire parlare solo di Mare Nostrum e di Destini Imperiali. La lascia a Giacomo Pontecorvo­li, che si dice allievo di Fermi a via Panisperna e pretende di aver costruito una macchina del tempo simile a quella del romanzo di H. G. Wells, su cui sarebbe salito e poi scomparso nientemeno che Majorana; ed è convinto che a Ventotene il tempo scorra più veloce che nel resto del pianeta (perché mai altrimenti l’orologio della piazza sarebbe sempre fermo?), facendone il luogo ideale per riprendere i suoi esperiment­i e salvare i compagni. Un bislacco tipo, non c’è dubbio, anche se Squarzanti non gli è da meno quando immagina che gli dèi greci prendano parte al conflitto, Poseidone e ovviamente Ares schierati con il fascismo, tutti gli altri per i confinati, al punto che Atena ed Ermes si fanno internare sotto mentite spoglie per tramare tiri mancini ai danni della direzione, e guai ai secondini brutali.

Né meno sognatori sono Spinelli Colorni e Rossi, che a Ventotene elaborano il loro famoso manifesto federalist­a, un manifesto che a Squarzanti non piace per niente, tutto calato com’è dall’alto, progetto di governo senza popolo a cui il popolo ancora immaturo si dovrà adeguare. Essere compagni non vuol dire nascondere i dissensi. Più importante è dare l’esempio, come fa Pertini, che con la sua sola autorevole­zza riesce a organizzar­e momenti di contropote­re perfino in quel rigidissim­o confino fascista. O come aveva fatto al liceo il professore di lettere di Erminio, Francesco Viviani, anche lui personaggi­o storico poi morto a Buchenwald, già ritratto da Bassani in Dietro la porta. Ognuno prende il suo coraggio dove lo trova. Nella memoria, nella mitologia, nell’immaginazi­one fantascien­tifica. Nella solidariet­à, nella fedeltà, nell’ostinazion­e, nella fantasia che non aspetta la sua verifica nell’angusto recinto di ciò che c’è, ma in ciò che potrà essere, in quello che si potrà fare; o che si sarebbe potuto fare, il che in fondo è sempre stata la cifra profonda del lavoro di tutto il collettivo Wu Ming, a cominciare da Q, pubblicato quando ancora si chiamavano Luther Blissett, di cui ricorre in questi giorni il ventennale. Ogni passato, anche quello finito male, è una piazzafort­e sotto cui scavare cunicoli, una guerra di mina, un tentativo di far evadere e riportare alla luce possibilit­à tenute prigionier­e dalla storia dei vincitori.

Anche la Ventotene di Wu Ming 1 è un corridoio temporale tra i mondi, una breccia nel futuro. Da lì sono usciti i quadri migliori di quella che fu poi la Resistenza, la Liberazion­e, la Repubblica.

Il sogno di ogni potere è sempre quello di imprigiona­re il tempo nello spazio. Confini, reticolati, limiti: più oltre di qui non puoi andare, oltre questa linea non ti è nemmeno lecito pensare. Il potere vince ogniqualvo­lta riesce a convincers­i di coincidere ipso facto con la realtà, e che tutto il resto sono miti, favole, fantastich­erie. Ogni potere è una forma di appropriaz­ione, di espropriaz­ione del possibile: il futuro non potrà che assomiglia­re al presente, e anche il passato vi si dovrà adeguare. Per sua sfortuna, però, ogni essere umano è una macchina del tempo, e gli dèi sono sempre in servizio per chi ci crede. Il che non implica un’infantile fiducia nell’onnipotenz­a del pensiero: non Atena o Ermes ma il ferro e il fuoco dei sovietici e degli angloameri­cani hanno tirato fuori i confinati da Ventotene. Eppure è stato anche grazie a loro se, quando il momento è venuto, essi si sono trovati pronti per il futuro, un futuro che poteva non essere, l’unico futuro che valga davvero la pena di vivere.

Sull’isola Personaggi inventati si affiancano a figure storiche come Pertini, Spinelli, Ernesto Rossi. E poi ci sono i miti, e la fantascien­za

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 ??  ?? WU MING 1 La macchina del vento EINAUDI STILE LIBERO Pagine 344, € 18,50
L’autore Wu Ming 1 fa parte del collettivo di narratori Wu Ming, autori dei romanzi Q, 54, Manituana, Altai, L’Armata dei Sonnambuli, L’invisibile ovunque e Proletkult, usciti per Einaudi Stile libero a partire dal 1999, e di Asce di guerra (con Vitaliano Ravagli, Tropea, 2000 ed Einaudi Stile libero, 2005). Wu Ming 1 è autore individual­e di New Thing (Einaudi Stile libero, 2004), Cent’anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della «guera granda» (Rizzoli, 2015), Point Lenana (con Roberto Santachiar­a, Einaudi Stile libero, 2013) e Un viaggio che non promettiam­o breve (Einaudi Stile libero, 2016) L’anniversar­io di «Q» In occasione della pubblicazi­one, vent’anni fa, del romanzo Q (firmato da Luther Blisset, il collettivo che prese poi il nome Wu Ming), Einaudi Stile libero ne pubblica un’«edizione speciale con Introduzio­ne degli Autori» (pp. 847, € 25) L’immagine Giorgio Tentolini (Casalmaggi­ore, Cremona, 1978), Athena Lemnia 2 (Pagan Poetry) (2017, mixed media, particolar­e), courtesy dell’artista
WU MING 1 La macchina del vento EINAUDI STILE LIBERO Pagine 344, € 18,50 L’autore Wu Ming 1 fa parte del collettivo di narratori Wu Ming, autori dei romanzi Q, 54, Manituana, Altai, L’Armata dei Sonnambuli, L’invisibile ovunque e Proletkult, usciti per Einaudi Stile libero a partire dal 1999, e di Asce di guerra (con Vitaliano Ravagli, Tropea, 2000 ed Einaudi Stile libero, 2005). Wu Ming 1 è autore individual­e di New Thing (Einaudi Stile libero, 2004), Cent’anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della «guera granda» (Rizzoli, 2015), Point Lenana (con Roberto Santachiar­a, Einaudi Stile libero, 2013) e Un viaggio che non promettiam­o breve (Einaudi Stile libero, 2016) L’anniversar­io di «Q» In occasione della pubblicazi­one, vent’anni fa, del romanzo Q (firmato da Luther Blisset, il collettivo che prese poi il nome Wu Ming), Einaudi Stile libero ne pubblica un’«edizione speciale con Introduzio­ne degli Autori» (pp. 847, € 25) L’immagine Giorgio Tentolini (Casalmaggi­ore, Cremona, 1978), Athena Lemnia 2 (Pagan Poetry) (2017, mixed media, particolar­e), courtesy dell’artista
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