Corriere della Sera - La Lettura
I dialoghi (al piano) sono il pezzo forte
Si pensa comunemente che il punto di forza dei libri di E. L. James, da Cinquanta sfumature al nuovo The Mister, risieda nelle scene di sesso. In verità, com’è quasi fatale che accada, queste ultime sono troppo lunghe, ripetitive e noiose. La cosa migliore dei libri di E. L. sono invece i dialoghi. Prendiamo quello tra il protagonista di The Mister, il conte Maxim Trevelyan, e Heather, una delle sue tante partner prima di trovare l’anima gemella (una domestica albanese). LUI: Cosa vuoi? LEI: Credo che tu sappia cosa voglio. LUI ( sussurrandole contro la bocca): Tu cosa vuoi? LEI: Te. E poi Heather, con voce roca, bassa e imperiosa, dice: «Baciami». E «Mantieni il bacio», suggerirebbe qui con voce non meno imperiosa Massimo Recalcati, altro maestro dell’amore contemporaneo. Un dialogo, direi addirittura superiore, vede sempre protagonisti Heather e Maxim. LEI ( vedendo il pianoforte a mezza coda nel lussuoso appartamento da scapolo del Conte): Suoni? LUI: Sì. LEI: Ecco perché hai mani tanto sapienti. LUI: Tu suoni? LEI: No, non sono mai andata oltre il flauto a scuola. E qui uno si aspetterebbe che lui le restituisca pan per focaccia dicendo: «Ecco perché hai labbra tanto sapienti», ma Maxim è troppo gentiluomo. Il pianoforte a mezza coda viene adocchiato anche da un’altra ragazza ospite a casa di Maxim, Leticia che è un avvocato dei diritti umani (specializzazione che a me sembra ridondante: tutti gli avvocati non dovrebbero essere tali?). Ecco il dialogo tra Leticia e Maxim. LEI: Bel pianoforte. LUI: ( silenzio). LEI ( gli occhi illuminati per l’eccitazione): Ci hai scopato sopra? LUI ( sbrigativo): Non di recente. Non sono sicuro di volerlo fare adesso. Preferirei portarti a letto. LEI: Okay, elegantone, fammi vedere cosa sai fare. Fine della conversazione. Eppure, non ci crederete, questo libro è migliore degli altri di E.L.. È una favola tra Cenerentola, My Fair Lady e Pretty Woman al tempo della Brexit.