Corriere della Sera - La Lettura
LA GRECIA NON È UN PAESE ANOMALO
Né laboratorio né anomalia, la Grecia è una democrazia parlamentare con problemi simili alle altre: dalla formazione di coalizioni multipartitiche all’instabilità dei governi; dalla comparsa dell’estrema destra a qualche striscia di populismo. I moderati di Nuova democrazia (Nd) e i socialisti del Pasok, dopo il regime dei colonnelli, garantirono il consolidamento della democrazia con un’efficace competizione bipolare. Il sistema proporzionale con premio di maggioranza consentì a un solo partito di governare di volta in volta. Poi un eccesso di arroganza e clientelismo, l’avvento di nuove generazioni e furbizie di troppo nel gestire i conti pubblici travolsero Nd e Pasok.
Il travaglio successivo ha trovato in Alexis Tsipras e nel suo desiderio di dare vita a una sinistra allargata e plurale, nel difficile tempo del riordino delle finanze, un interprete all’altezza della duplice sfida. Il consenso degli elettori si sta però rivelando transeunte. Si vota oggi, domenica 7 luglio, e Tsipras non è favorito, ma Nd, in testa in tutti i sondaggi, già al 30 per cento nelle elezioni europee, non riuscirà, neppure con il premio in seggi, a conquistare la maggioranza assoluta. Toccherà al suo leader Kyriakos Mitsotakis trovare alleati compatibili. Non è da escludere che le sinistre tornino in gioco, come in una normale democrazia parlamentare.