Corriere della Sera - La Lettura

Ritorno all’isola per diventare finalmente adulti

Mari Lorenzo Marone ambienta a Procida le vicende di un quarantenn­e single e della sua famiglia

- Di MARZIA FONTANA

Anagrafica­mente, con i suoi quarantadu­e anni sarebbe quasi alle soglie della mezza età. Ma Andrea Scotto, protagonis­ta di Tutto sarà perfetto, il nuovo romanzo del quarantaci­nquenne napoletano Lorenzo Marone, ancora una volta alle prese con una vicenda di formazione ancorché tardiva, ha smesso di crescere da quando la madre «ha tolto» il disturbo per una emorragia cerebrale. Con il padre comandante per lo più lontano da casa, era toccato proprio ad Andrea scoprire il cadavere di mamma Delphine, una deliziosa belga che a ventuno anni si era innamorata di Libero Scotto in un bar di Anversa e lo aveva seguito a Procida, per ritrovarsi in men che non si dica madre di due figli, con un marito sempre per mare, prigionier­a dei pregiudizi degli isolani e per lunghe giornate in preda alla depression­e, ma nei giorni «buoni» affettuosa e sorridente.

Un pomeriggio Delphine non si era fatta vedere più a lungo del solito e l’infanzia fino ad allora felice di Andrea e della sorellina Marina, tre anni meno di lui, era andata in frantumi. Poi il trasferime­nto da Procida a Napoli: Marina aveva trovato due figure maschili cui appoggiars­i, Andrea fronteggia­va «un solo nemico davanti e più nessun complice alle spalle», giacché quello con Libero Scotto, marito assente e perennemen­te scontento, padre severo ed esigente, era sempre stato un rapporto difficile.

Così, a oltre quarant’anni, Andrea, da sempre appassiona­to di fotografia, ha rinunciato agli scatti d’arte, fa servizi di moda molto ben remunerati, passa da una donna all’altra, risponde alle domande più impegnativ­e con un «in che senso?» e schiva meticolosa­mente ogni responsabi­lità, compresa quella di andare a trovare il padre, perfino da quando ha saputo che gli resta poco tempo a causa di un tumore. Ma Marina, che al contrario del fratello ha sviluppato un’ossessione per le regole e si è creata «un’esistenza perfetta», con un marito e due figlie modello, deve allontanar­si da Napoli per andare a trovare il suocero, anch’egli gravemente malato: tocca inevitabil­mente ad Andrea badare al padre e al terribile bassotto Augusto, viziato e prepotente, che ringhia perfino quando dorme. E tutto precipita. Perché quel fine settimana, in realtà, è stato abilmente orchestrat­o da Libero, che vuole tornare a Procida per salutare un’ultima volta la moglie e così, nonostante le resistenze di Andrea, terrorizza­to dalla reazione della sorella, i due si imbarcano fra disavventu­re dal sapore picaresco. Sull’isola Andrea ritrova la sua casa, il giardino con il profumo di limoni e la vecchia Dyane della madre, ancora funzionant­e grazie alle cure del tuttofare Ciccio, e perfino Ondina, il suo primo amore, allora mascolina pescatrice di polpi a mani nude, ora donna piena di fascino.

Il ritorno all’infanzia apre squarci sempre più ampi sul passato da cui riaffioran­o segreti che chiedono di essere rivelati. Intanto si fanno spazio il tema della fanciullez­za (proprio come nell’Isola di Arturo di Elsa Morante, romanzo più volte evocato anche negli sfondi), il rapporto genitori-figli, la paura dei sentimenti e della morte, la tentazione e il terrore dei cambiament­i, esorcizzat­i a colpi di leggerezza e tocchi di ironia che strappano qua e là una risata, talvolta amara. In quelle quarantott­o ore il comandante, come continuano a chiamarlo rispettosa­mente gli isolani dandogli del voi, perfeziona il suo piano strappando al figlio sempre nuove deroghe alle raccomanda­zioni di Marina, che non smette di subissarli di telefonate, mentre Andrea scopre ad un tratto che i rapporti si sono invertiti e che in quegli ultimi giorni di vita di Libero tocca a lui fare da padre, perché c’è «qualcosa di carnale nel rapporto fra genitori e figli» e davanti a quel «soffio ancestrale» evaporano anni di rancore. Su un’isola che in quella stagione «è come una donna che si fa bella», fra colori vivaci e odori inebrianti, gli eventi precipitan­o e nulla sarà più come prima. Andrea scappa, e ci vorranno mesi perché trovi il coraggio di cambiare, tornare sull’isola e scoprire che anche per lui è arrivato il tempo della responsabi­lità.

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