Corriere della Sera - La Lettura
La «vecchia dell’aceto» ispira il serial killer e porta sulle (false) piste dell’Engadina
Il sospetto torna a bussare alle porte della redazione di Ilaria Piatti e Marco Besana. L’entusiasmo della giovane reporter e l’amara disillusione del giornalista di nera hanno concluso più di un anno fa le indagini sui delitti di Nostalgia del sangue. Quel fiuto bipolare che ha convinto i lettori di noir di quindici Paesi si avventura adesso nell’impassibile paesaggio svizzero dell’Engadina, stuzzicato dalla morte di un «bancarottiere» milanese, Achille D’Ambrosio, e da una serie di misteriose circostanze che aprono il nuovo thriller Il destino dell’orso. Alla sua seconda prova Dario Correnti, pseudonimo dietro il quale si nascondono due autori, prosegue nel capovolgimento dell’Olimpo di Sherlock Holmes: le pennellate più avvincenti sono riservate alle piste dell’assassino, che ha un modello storico, come il «vampiro di Bottanuco» del precedente volume, a cui si ispira: un’avvelenatrice del Settecento, nota come la Vecchia dell’Aceto. Senza l’appoggio della polizia e accompagnati solo dallo scetticismo del caporedattore e dal cane Beck’s, i due cronisti si muovono senza coperture, discreti e determinati, tra colpi di scena e scandali mondani. Emergono «voci dal sottosuolo» in un giallo ritmato dai tempi perfetti di dialoghi serrati e intuitivi. (katia d’addona)