Corriere della Sera - La Lettura
C’era Mr. Ripley sotto casa mia e ho scelto di creare la luce dei film
«Sino a non molto tempo fa le donne che in Italia facevano il mio mestiere erano non più di 5, ma l’avvento del digitale ha coinciso con l’avvento delle donne sul set in ruoli di maggiore responsabilità». Francesca Amitrano, direttrice della fotografia, confessa di nutrire una folgorante passione per la luce, coltivata facendo esperienza sul set di film come Gomorra di Matteo Garrone. Prima che i Manetti Bros la scegliessero per Song ’e Napule, avviando un rapporto continuato con Ammore e malavita e la serie tv dell’ispettore Coliandro. I suoi inizi sono invece legati al cinema documentario: «Vedevo che erano meno curati come forma estetica, anche se forti come contenuti. Pensavo che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa per dar loro più dignità». La scoperta della potenza del cinema era invece nata assistendo alla ripresa di un film girato a Napoli, proprio sotto casa sua, Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella con Matt Damon. Da lì gli studi al Centro sperimentale di Cinematografia con Giuseppe Rotunno: «Il direttore della fotografia deve essere collaborativo perché il cinema ha una struttura piramidale». Amitrano è stata chiamata per La tristezza ha il sonno
leggero, film con Stefania Sandrelli nel cast diretto dal marito, l’attore e regista Marco Mario de Notaris. Quanto ai cambiamenti intervenuti con il digitale, non ha dubbi: «La pellicola è sempre un riferimento, ma oggi girare in digitale è più pratico anche se tende a “raffreddare”. Il mio lavoro risiede proprio nel ricercare l’effetto emozionale dell’immagine».