Corriere della Sera - La Lettura
Arrivano i figli, cade il Muro, la Rete cambia tutto. Poi ti ammali. E quel libro ancora ti parla...
una saga dickensiana a puntate. Parli con lo schermo, applaudendo e fischiando. Ti viene persino una leggera fissa per Sam Ervin.
Trovi lavoro come docente a contratto presso un college vicino, introduzioni e compendi. Ma cercare di sollecitare la passione per Wharton e Carter è un delitto. Di questi tempi, si parla soltanto di Pynchon e Barthelme, Coover e Gaddis e Gass. Il canone va in fumo. Ti rendi conto in ritardo di essere stata cooptata dalla falsa coscienza come servitrice dell’Impero, un kapo del privilegiato ed etero-normativo paternalismo bianco, ma è troppo tardi per riattrezzarsi. Intorno alla caduta di Saigon — assillata da quei film di persone sul tetto dell’ambasciata che si aggrappano ai pattini di elicotteri in fuga — riesci a tirarti fuori dai guai iscrivendoti alla facoltà di Giurisprudenza. È l’unica soluzione pratica possibile. E in fondo la legge non comporta forse lo stesso atto di eterna negoziazione verbale della lettura?
Il matrimonio naufraga per le pressioni della studentessa al primo anno di Giurisprudenza. La tua unica lettura ricreativa per i successivi due anni è Gli atti del Congresso. Trovi un buon lavoro presso un rispettabile studio legale specializzato in proprietà intellettuale. Nessuno tra le decine dei tuoi colti colleghi ha mai sentito parlare di Wotton-on-Wold.
Ti risposi, questa volta per davvero, con un grande appassionato di contenziosi societari. All’ultimo momento possibile, hai dei bambini. Tre: una lettrice e due spettatori, che imparano l’alfabeto dai pupazzi televisivi viola e verdi. Nulla riuscirà mai a stimolare la corteccia cerebrale più velocemente dei raggi catodici. Tuttavia, con tua figlia, la lettrice, quella terribile e straziante seduzione scatta di nuovo. Anatroccoli di città, Nel paese dei mostri selvaggi, Harold e la matita viola — non importa. Tua figlia, occhi vitrei e corpo posseduto dagli alieni, intona «Leggi, Mamma, leggi», come se fosse già sull’Isola che non c’è, ancora prima del primo verbo. E tu, la Wendy caduta, svuotata da quell’eterna ripetizione, senti Peter inveire contro di te per essere diventata colpevole e grande e vecchia, mentre qualcosa dentro di te grida: «Donna, donna, lasciami andare».
Passano alcuni anni, e tua figlia sta ancora leggendo