Corriere della Sera - La Lettura
L’artista
Emilio Isgrò (in alto a sinistra ritratto da Valentina Tamborra) è nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) il 6 ottobre 1937 e vive a Milano dagli anni Cinquanta. Nel 1956 ha esordito con la raccolta di poesie Fiere del Sud (Arturo Schwarz Editore). Nel 1964 realizza le prime cancellature su articoli, enciclopedie e libri contribuendo alla nascita e agli sviluppi della poesia visiva e dell’arte concettuale. Isgrò è autore di quattro romanzi: L’avventurosa vita di Emilio Isgrò (Il Formichiere, 1974), Marta de Rogatiis Johnson (Feltrinelli, 1977), Polifemo (Mondadori, 1989), L’asta delle ceneri (Camunia, 1994) a cui si aggiunge il memoir Autocurriculum (Sellerio, 2017). Nel 1996 ha pubblicato la raccolta di poesie Oratorio dei ladri (Mondadori). A settembre uscirà da Guanda Quel che resta di Dio, raccolta di poesie che verrà presentata al «Cortile di Francesco» ad Assisi. Sempre in settembre verrà inaugurata alla Fondazione Cini di Venezia una mostra antologica curata da Germano Celant, in una cornice che prevede la cancellazione di Moby Dick di Herman Melville. Il catalogo sarà un volume Treccani Le immagini
Alcune immagini delle sale e delle opere dell’Istituto Emilio e Scilla Isgrò. Dall’autunno la casa museo si potrà visitare su prenotazione. Le Stanze dell’Istituto sono identificate da lettere che vanno dalla A alla H. Lungo le scale che conducono al primo piano (qui a sinistra) i manifesti di mostre e lavori di vario genere realizzati da Isgrò. In alto a sinistra, nell’altra pagina, Isgrò e i rossi della Stanza F con le opere degli anni Settanta dedicate a Mao, Rosa Luxemburg, Engels. Qui sopra, grande, un’immagine della Stanza E con, al centro, la Madonna di Pitagora, coperta di formiche. Nella pagina di sinistra, sotto il titolo: la Stanza A che contiene, al centro, l’opera Il seme della relatività
del 1998; sotto, l’ingresso con Quale delle due frecce
del 1966. Fotografie di Lorenzo Palmieri