Corriere della Sera - La Lettura
Tace il piano, tacciono gli amanti Il silenzio conquista lo sguardo
Èsorprendente, specie per noi moderni, subissati dal rumore, quanta parte abbia il silenzio nella pittura. Beninteso, come oggetto della rappresentazione (in sé, ovviamente, muta per natura). Tutto è silenzio, sembra dirci la nuova mostra Silences che, aperta fino al 27 ottobre al Museo Rath di Ginevra (institutions.ville-geneve.ch), attorno a questo tema raccoglie un infinito, dal Barocco ai nostri giorni. Alcuni filoni sono più idiomatici: il paesaggio, le scene sacre e contemplative ( Cristo morto di Lubin Baugin); la natura morta, dal Bouquet di fiori di Jan Brueghel il Vecchio alle Peonie bianche di Henri Fantin-Latour, fino agli ultimi pasti di condannati a morte dipinti da Mat Collishaw negli anni Sessanta. Altri ambiti incuriosiscono di più: La Melancolia di Dürer; gli interni di Vilhelm Hammershøi (sopra, Intérieur avec piano et femme vêtue de noir, 1901 circa: dove il silenzio della donna si specchia nel non-suono del pianoforte); e il «non detto» tra amanti, nelle Intimitées di Felix Vallotton, catalogo di sentimenti che «gridano» anche dal nero della loro incomunicabilità. (gian mario benzing)