Corriere della Sera - La Lettura
(Torino, 12 marzo 1908) – Giovedì mattina
No, no, no. È meglio non vederci più. (…) Ci siamo salvati dalla sorte comune dei piccoli amanti e dobbiamo uscire da questa ribellione più sereni e più franchi. Io sono felice di non dovervi più rivedere. E non soffrirò. Voi soffrirete anche meno. Forse presto vi coglierà una passione forte per un uomo forte. Ve l'auguro – beato il cuore vostro che sa ammalarsi di questi mali! – io mi sento irrevocabilmente sano, fasciato di analisi e di malinconia. Addio, mia buona, buona e cara Amalia, io fuggo un'altra volta da Voi: e non so perché rido a questo pensiero!
Guido