Corriere della Sera - La Lettura
Joël Dicker «Cavalcare la Tigre mi dà coraggio»
Strano ma vero: un autore oggi bestseller con storie intricatissime di 600 pagine non riusciva a scrivere che poche pagine, poi si fermava. «La letteratura russa mi ha insegnato a superare il blocco». A quella è ispirato il racconto che gli ha permesso di affermarsi e che ora torna in libreria, illustrato. «Le serie tv dimostrano che c’è bisogno di romanzi. Che sono meglio»
L’autore di romanzi intricati, pieni di personaggi e colpi di scena, lunghi tra le 400 e le 600 pagine come La verità sul caso Harry Quebert, Il libro dei Baltimore o La scomparsa di Stephanie Mailer da ragazzo cominciava a scrivere ma si fermava subito, proprio all’inizio della storia. Joël Dicker adolescente era sicuro di volere scrivere ma balbettava sulle pagine, non riusciva ad andare avanti. La maledizione si ruppe con La tigre, racconto breve ambientato nella Russia di inizio Novecento, dove un gigantesco felino terrorizza i contadini della Siberia uccidendo decine di uomini e decimando il bestiame. A San Pietroburgo la tigre fa così paura che molti temono possa arrivare a fare strage anche in città, finché lo zar interviene promettendo una favolosa ricompensa: il peso della tigre in monete d’oro a chi riuscirà a mettere a morte lo spaventoso animale.
I protagonisti della storia sono la belva e Ivan, il ragazzo di San Pietroburgo che parte per la Siberia nella speranza di intascare la taglia e cambiare vita. La tigre è la prima storia compiuta di Joël Dicker, la rivelazione di un talento narrativo che venderà poi sei milioni di copie in tutto il mondo. Scritto a 19 anni (ora Dicker ne ha 34), il racconto viene pubblicato adesso in Italia con le splendide illustrazioni dello spagnolo David de las Heras.
Joël Dicker, quanto è affezionato alla «tigre»?
«Molto, perché rappresenta diversi punti di partenza. L’ho scritto in un periodo particolare. Ho cominciato ad avere voglia di scrivere romanzi all’età di 15 anni e ho