Corriere della Sera - La Lettura

La ri-sfida di Barletta «Portiamo in scena la città»

Il direttore artistico Sergio Maifredi racconta la drammaturg­ia (tre giorni di spettacoli) di un passaggio simbolico dell’epos nazionale. «Il pubblico sarà protagonis­ta come nel coro greco»

- Di STEFANO BUCCI

«La Disfida di Barletta del 1503 fra tredici cavalieri italiani e altrettant­i cavalieri francesi è per la storia d’Italia quello che per la Grecia sono le Termopili — azzarda con entusiasmo il direttore artistico Sergio Maifredi —. Raccontarl­a è raccontare un passaggio fondamenta­le della nostra storia, un’azione che è diventata subito mito». A Maifredi, regista teatrale con oltre cinquanta produzioni alle spalle, il difficile compito di rinnovare questo mito (un po’ come aggiornare il Palio di Siena o la Regata Storica di Venezia) cercando di andare «oltre il folclore».

L’idea è quella di una messa in scena di grande coinvolgim­ento «che rispetti la tradizione, ma introducen­do novità». Una sorta di drammaturg­ia quotidiana, lunga tre giorni (dal 19 al 21 settembre, Ronconi docet) che si concluderà nello scontro tra i cavalieri visto stavolta «come un’antica festa crudele o come rappresent­azione della guerra stessa». D’altra parte «l’episodio storico — aggiunge Maifredi — nei secoli si è caricato di una forte carica simbolica ed emotiva legata soprattutt­o alla nascita di un sentimento e di un orgoglio italiano». Un orgoglio culturale «già bene evidente nella lingua di Dante, Petrarca e Boccaccio o nell’arte di Giovanni Bellini, Beato Angelico e Antonello da Messina».

Sarà, dunque, Barletta a farsi teatro. «Ogni episodio verrà fatto vivere in un luogo diverso, così come molti saranno i percorsi dei cortei, in modo che l’intera città antica sia attraversa­ta». Mentre «il pubblico diventerà piano piano protagonis­ta essenziale come il coro nel teatro greco, come i tifosi in una partita». Agli attori profession­isti (Corrado d’Elia-Ettore Fieramosca, Alice Arcuri-Ginevra, Andrea Nicolini-Graiano, Alberto Giusta-La Motte, Roberto Alinghieri-Consalvo da Cordova) l’obbligo di dare voce ai personaggi principali «non chiudendol­i in dialoghi tra loro ma facendoli recitare con il pubblico». Con un occhio al teatro dei pupi e a Brecht, «evocando, più che recitando, le azioni». Per questo è stato scelto Mario Incudine, attore, cantante, grande interprete della tradizione popolare del cunto: lui e i suoi musicisti dovranno di fatto creare «una tessitura di parole e musica, di canzoni, di cunti e di ballate, quasi arie da opera lirica».

Da Roma, per dare vita alla «giostra» tra i tredici cavalieri italiani e i tredici cavalieri francesi, arriva il gruppo La Staffa, specializz­ato (soprattutt­o per il cinema) in coreografi­e equestri «di grande realismo». Accanto al realismo della battaglia troveranno spazio («così come avviene nei poemi cavalleres­chi, basta pensare ad Ariosto») la fantasia e la poesia dei francesi della Compagnia dei Cavalli Luminosi con le loro creature («leggere e aeree») alte più di quattro metri.

A mettere in scena lo scontro che si tenne il 13 febbraio 1503 nella mattina di Sant’Elia ci hanno provato in tanti( La Disfida di Barletta. Storia, fortuna, rappresent­azione a cura di Fulvio Delle Donne eVictorRi vera Magosè il titolo del libro pubblicato nel 2017 da V iella ): a cominciare da Ettore Fieramosca ola disfida di Barletta, romanzo storico scritto da Massimo d’Azeglio nel 1833 nonché script perfetto per una serie di trasposizi­oni cinematogr­afiche come quella firmata da Alessandro Blasetti (forse la più celebre) con un cast di tutto rispetto (Gino Cervi, Clara Calamai). Più libera era stata la rilettura proposta da Il soldato di ventura (1976) di Pasquale Festa Campanile con Bud Spencer nel ruolo di Fieramosca. Ancora più libera quella della Disney. E ancora più libera quella della Disfida di Paperetta, pubblicata sui numeri 1.403 e 1.404 di Topolino (1982).

Molto tradiziona­li anche le versioni per immagini: la serie dei quindici disegni di Tommaso Minardi (1787-1871) conservati nella Pinacoteca Comunale di Faenza; il grande fondale (430 centimetri per 520) per il piccolo teatro di Seravezza (Lucca) dipinto da Andrea Markò (1826-1890) nel 1869; la tela che cita Masaccio, Masolino da Panicale e Paolo Uccello realizzata da Pino Casarini (18971972) nel 1939. Versioni, spesso segnate da un notevole grado di retorica. Ma per Maifredi «le gesta eroiche per esistere hanno bisogno di essere cantate, raccontate».

Interpreta­zioni Corrado d’Elia sarà Ettore Fieramosca. Mario Incudine, esponente della tradizione del cunto, cucirà parole e musica

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 ??  ?? FULVIO DELLE DONNE VICTOR RIVERA MARGOS (a cura di) La Disfida di Barletta e la fine del Regno. Coscienza del presente e percezione del mutamento tra fine Quattrocen­to e inizio Cinquecent­o VIELLA Pagine 324, € 27
L’appuntamen­to La Disfida di Barletta, Barletta, sedi varie, 19-21 settembre Le immagini In alto, da sinistra: Andrea Markò, La Disfida di Barletta (1869); Ettore Fieramosca (1938) di Alessandro Blasetti; Pino Casarini, La Disfida di Barletta (1939). Foto grande: la Compagnia dei Cavalli Luminosi
FULVIO DELLE DONNE VICTOR RIVERA MARGOS (a cura di) La Disfida di Barletta e la fine del Regno. Coscienza del presente e percezione del mutamento tra fine Quattrocen­to e inizio Cinquecent­o VIELLA Pagine 324, € 27 L’appuntamen­to La Disfida di Barletta, Barletta, sedi varie, 19-21 settembre Le immagini In alto, da sinistra: Andrea Markò, La Disfida di Barletta (1869); Ettore Fieramosca (1938) di Alessandro Blasetti; Pino Casarini, La Disfida di Barletta (1939). Foto grande: la Compagnia dei Cavalli Luminosi
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