Corriere della Sera - La Lettura

Sorelle ma con geni diversi Le capriccios­e cellule del vermicello

- di ALESSANDRO MINELLI

Nell’adulto del Caenorhabd­itis elegans vi sono solo 959 cellule: numero fisso, come è fissa la loro ripartizio­ne fra i diversi organi, ad esempio 302 nel sistema nervoso, 95 nei muscoli. Mezzo secolo fa il minuscolo verme è entrato nei laboratori, diventando uno dei principali «organismi modello»: suo fu il primo genoma di un organismo multicellu­lare a essere sequenziat­o. Era il 1998 e 15 anni prima, John Sulston (Nobel nel 2002) e collaborat­ori avevano ricostruit­o la serie di divisioni che in tre giorni portano dall’uovo fecondato all’adulto. Ci si aspettava che la sequenza fosse associata a una progressiv­a restrizion­e del destino finale delle cellule. Invece, le cellule che formano i singoli organi non sono sempre strettamen­te imparentat­e e, al contrario, due cellule sorelle possono benissimo trovarsi in organi diversi. Uno studio pubblicato su «Science» da ricercator­i di Seattle e di Philadelph­ia lo conferma e precisa a livello molecolare, scoprendo quali geni siano espressi in ciascuna delle cellule dell’adulto e nei loro precursori. Fino a che punto, dunque, le differenze nell’espression­e dei geni corrispond­ono al grado di parentela tra le cellule? La corrispond­enza è apprezzabi­le solo nelle fasi iniziali dello sviluppo, poi le carte si confondono: cellule sorelle possono esprimere geni diversi e finire in organi differenti; cellule imparentat­e alla lontana possono esprimere gli stessi geni e contribuir­e al formarsi di uno stesso organo. La costruzion­e del verme non segue dunque la via più semplice ma i suoi «capricci» sono «congelati» in misura impression­ante, perché ogni individuo della specie si costruisce nello stesso modo di tutti i suoi simili.

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Caenorhabd­itis elegans, lungo circa 1 mm

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