Corriere della Sera - La Lettura

Sono tra noi Sono a casa loro

Il nostro Paese è in Europa quello con la maggiore biodiversi­tà. Il ritorno di specie rare o quasi estinte (il castoro sul Tarvisio mancava da 5 secoli) non deve spaventare: l’intruso è l’uomo, che con la fauna sapeva convivere

- TELMO PIEVANI

Sono tornati. Si aggirano di notte, come fantasmi a quattro zampe. Diffidenti e territoria­li, scendono dai boschi verso le nostre periferie. Ci temono ma sono anche attratti dalla nostra abbondanza di cibo. Sono otto animali selvatici raccontati da uno scienziato forestale che li studia da decenni, Daniele Zovi. Otto storie di natura libera: orsi, lupi, cinghiali, gatti selvatici, lontre, sciacalli dorati, linci e castori. Ce ne sono più nelle nostre favole che là fuori nel mondo. Tale ormai è il grado di antropizza­zione che, se mettiamo su una grande bilancia tutti i mammiferi della Terra, scopriamo che quasi due terzi sono animali da allevament­o, un terzo siamo noi, e solo il 3% è il resto, cioè la fauna selvatica. Un 3% peraltro minacciato ancora a causa della caccia indiscrimi­nata, della frammentaz­ione degli habitat, di barriere e strade senza attraversa­menti per gli animali, di coltivazio­ni e conurbazio­ni infinite come nella Pianura padana.

Nonostante tutto ciò l’Italia — grazie alla conformazi­one irregolare del suo territorio, alla diversità degli ambienti e alla sua posizione di corridoio mediterran­eo — resta miracolosa­mente la nazione con la più alta biodiversi­tà di piante e animali in Europa. Non solo: questa diversità biologica trova un corrispett­ivo nella diversità culturale, linguistic­a e gastronomi­ca del nostro Paese. Siamo da millenni un laboratori­o di diversità. Così l’Italia selvatica non è ancora scomparsa del tutto, anzi rispunta. Complici la protezione legislativ­a (la fauna selvatica è «patrimonio indisponib­ile dello Stato»), i ripopolame­nti selettivi (come nel caso dell’orso bruno in Trentino e in Alto Adige) e l’espansione dei boschi dovuta allo spopolamen­to delle montagne italiane, i selvatici immigrati sono in aumento, interessat­i come sono ai nostri caprioli, cervi e camosci. Di quanto siano abili gli animali a spostarsi, ignari dei confini nazionali, tratta anche L’atlante della vita selvaggia del geografo James Cheshire, arricchito dalle pregevoli mappe di Oliver Uberti sulle migrazioni animali.

Così, piccoli branchi di lupi si sono ormai insediati lungo tutta la penisola, dall’arco alpino agli Appennini, passando per la Maremma e giù fino alle Murge. Sono scesi anche sulle spiagge tirreniche nella Tenuta di San Rossore. Rarissimi orsi marsicani, curiosi e golosi, passeggian­o di notte nei vicoli dei borghi abruzzesi attratti da arnie e pollai. Restano solo cinque femmine adulte in grado di riprodursi. Dalla Slovenia trent’anni fa è entrato in Friuli lo sciacallo dorato, diffuso nei Balcani, furtivo e opportunis­ta. Una cinquantin­a di questi rari canidi adesso si aggira tra nord-est, Lombardia ed Emilia, e si cominciano a risentire i loro malinconic­i ululati serali. Poche lontre resistono nei torrenti del Meridione, ma altre sono tornate a pescare in quelli alpini. Per la regolazion­e degli ecosistemi è un fatto molto positivo e noi umani, anziché spaventarc­i, dovremmo reimparare una convivenza antica.

In altri casi l’equilibrio è più difficile: voraci cinghiali (introdotti da noi) dilagano su tutta la penisola, si ibridano con i maiali al pascolo, fanno danni all’agricoltur­a e seminano scompiglio anche in città. I gatti selvatici invece sono i più schivi di tutti e almeno un migliaio di loro si nascondono nei nostri boschi. Molto meno numerose (una decina) sono purtroppo le linci italiane, splendidi ed elusivi felini maculati che cacciano dal Tarvisio alla Valle d’Aosta. Ma la storia più bella è quella del castoro europeo, che dopo 500 anni di assenza è tornato in Italia, per la precisione nei boschi di Tarvisio. Non se ne vedevano dal 1541. Dall’Austria è arrivato un singolo esemplare, forse un giovane maschio in cerca di una compagna.

Sono tornati gli animali delle nostre saghe, dei bassorilie­vi medioevali, dei conflitti tra innocentis­ti e colpevolis­ti non appena uno di loro minaccia il nostro quieto vivere. Ma non è la storia di un trionfo, perché l’antropizza­zione in Italia resta schiaccian­te: i corsi d’acqua sono ingabbiati, le coste cementific­ate. Piuttosto è una storia di resistenza della vita selvatica, che appena cessate le persecuzio­ni torna a ripopolare gli interstizi che noi lasciamo liberi. L’orso bruno alpino sta tornando nelle vallate che ha abitato fino alla metà dell’Ottocento: sta tornando a casa sua, non sta invadendo casa nostra.

Il selvatico è retaggio del nostro passato evolutivo, non ancora sopito, scrive Zovi. Ci ricorda «il timore di essere predati e l’euforia della caccia». Il suo libro è impreziosi­to da bellissime foto e dai disegni delle orme degli animali. La narrazione, intrisa di emozione e rispetto, è ricca di informazio­ni sul monitoragg­io di questi animali e sul lavoro appassiona­to dei ricercator­i italiani impegnati sul campo. Si percepisce l’esperienza dell’autore, che tra gli altri incarichi ha comandato il Corpo Forestale dello Stato per il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige. Le sue non sono mai vicende di animali generici ma di individui con personalit­à uniche e diverse. In fondo queste storie di animali migranti ci dicono che noi non siamo indispensa­bili. Se un giorno gli umani sparissero per qualche misteriosa ragione dalla penisola, in poco tempo la biodiversi­tà della fauna selvatica si riprendere­bbe i suoi spazi.

 ??  ?? DANIELE ZOVI Italia selvatica. Storie di orsi, lupi, gatti selvatici, cinghiali, lontre, sciacalli dorati, linci e un castoro UTET Pagine 304, € 20
JAMES CHESHIRE OLIVER UBERTI L’atlante della vita selvaggia. 50 grafici per scoprire i movimenti e le migrazioni degli animali Traduzione di Dario Ferrari MONDADORI Pagine 172, € 26
Gli autori Da 40 anni nel Corpo forestale dello Stato, Daniele Zovi dal 2017 è generale di brigata del Comando Carabinier­iforestale del Veneto. James Cheshire è geografo dell’University College di Londra mentre Oliver Uberti è graphic designer e giornalist­a fotografic­o
DANIELE ZOVI Italia selvatica. Storie di orsi, lupi, gatti selvatici, cinghiali, lontre, sciacalli dorati, linci e un castoro UTET Pagine 304, € 20 JAMES CHESHIRE OLIVER UBERTI L’atlante della vita selvaggia. 50 grafici per scoprire i movimenti e le migrazioni degli animali Traduzione di Dario Ferrari MONDADORI Pagine 172, € 26 Gli autori Da 40 anni nel Corpo forestale dello Stato, Daniele Zovi dal 2017 è generale di brigata del Comando Carabinier­iforestale del Veneto. James Cheshire è geografo dell’University College di Londra mentre Oliver Uberti è graphic designer e giornalist­a fotografic­o
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