Corriere della Sera - La Lettura
I POETI NON SONO POESIA MA QUI LA POESIA C’È
Il boom dei poeti, ha detto Vittorio Sereni, non coincide con quello della poesia. Parole sante, che bisognerebbe ricordare ogni volta che la poesia tende a diventare un fatto di numeri e di presenze, anziché di qualità intrinseca. Un minimo di sospetto verso la partecipazione indiscriminata al fenomenopoesia, insomma, appare salutare e dovuta.
Forse è tenendo in tasca una simile avvertenza, ma senza compromettere il credito necessario perché un’esperienza non scada in pregiudizio, che si può avvicinare il consistente programma poetico di un festival come Pordenonelegge. Lo spettro degli eventi è ampio e variegato. Saranno presenti poeti stranieri e alcuni poeti italiani tra i più apprezzati, da Cucchi a De Angelis, da Valduga a Fiori, da Pusterla a Rentocchini e Simoncelli. Sono previsti laboratori rivolti alle scuole (a opera di Isabella Leardini), incontri di approfondimento sulla poesia europea (Massimo Raffaeli) ma anche presentazioni d’importanti edizioni di poesia: La bufera e altro di Montale, le Opere di Keats, il volume Prose, teatro e lettere di Hölderlin, curati rispettivamente da Niccolò Scaffai, Nadia Fusini e Luigi Reitani (i due ultimi escono per la nostra collana di classici più prestigiosa, I Meridiani di Mondadori).
Ma il quid, il taglio specifico di Pordenonelegge è comunque legato ai giovani, a cui ha dedicato anche una collana, la «Gialla» edita da LietoColle. Anche qui tanti eventi e tante voci più o meno nuove, più o meno risolte. Il boom dei poeti a Pordenone come in Italia c’è senz’altro, e talvolta c’è persino la poesia.