Corriere della Sera - La Lettura

Repulisti di lusso a Casa Savoia

- dal no nostro corrispond­ente a Londra LUIGI IPPOLITO

Londra Lon Il 15 ottobre Christie’s batte una raccolta provenient­e da u una villa della famiglia affacciata sul lago di Ginevra: potrebbe esse essere quella di Vittorio Emanuele, anche se il venditore resta uffi ufficialme­nte anonimo. Base d’asta sul milione di sterline per lotti che vanno dai cimeli storici a capolavori d’arte antica (vasi greci) a lib libri rarissimi fino a opere contempora­nee (Lichtenste­in)

Per farla entrare dovranno smontare la grande vetrata sul lato dell’edificio che ospita le sale di Christie’s a Londra, alle spalle di Piccadilly: e non è neanche sicuro che riuscirann­o a sistemare all’interno l’imponente Rolls-Royce degli anni Cinquanta che è il pezzo più vistoso della collezione privata che andrà all’asta il 15 ottobre. Ma in realtà il vero motivo di interesse sta nella provenienz­a del mastodonte a 4 ruote e degli altri oggetti che lo accompagna­no: perché si tratta della raccolta di Casa Savoia, messa ora all’incanto e da cui ci si aspetta di ricavare oltre un milione di sterline. «È un grande onore — commenta Adrian Hume-Sayer, direttore delle vendite della casa d’aste londinese — che ci sia stata affidata quest’affascinan­te collezione reale. L’ampiezza della raccolta è stupefacen­te. Antichi vasi italici si trovano a fianco di ritratti di famiglia, audacement­e giustappos­ti a stampe di Lichtenste­in e sculture di Pomodoro. La vendita ci offre uno sguardo unico sul collezioni­smo reale del nostro tempo».

Per noi italiani ad accendere la curiosità è la provenienz­a degli oggetti. Christie’s non può rivelare il nome del proprietar­io, che ufficialme­nte è anonimo, ma spiegano che tutta la collezione proviene dalla villa dei Savoia affacciata sul lago di Ginevra: dunque si può desumere che si tratti dello stesso Vittorio Emanuele. Anche la Rolls-Royce era lì nel parco, così come le altre auto della collezione, fra cui un modellino di Ferrari in miniatura, perfettame­nte funzionant­e, destinato ai bambini. Il pezzo più prezioso dell’asta è però

Rotante Massimo III, una scultura di Arnaldo Pomodoro stimata fra le 180 mila e le 250 mila sterline. L’opera è stata esposta nei giorni scorsi a Milano, nella sede di Christie’s: trasportat­a in Italia in gran segreto, è stata mostrata senza rivelarne la provenienz­a, dicendo solo che si trattava di un oggetto «di una casa reale». La prossima settimana sarà al Maxxi a Roma e quella successiva allo Spazio Ersel a Torino: ma ormai ne abbiamo svelata l’origine.

Automobili e opere d’arte contempora­nee sono state colleziona­te dai Savoia negli ultimi decenni: ma sono numerosi i pezzi all’asta che hanno fatto parte da sempre del patrimonio della famiglia. Come la scultura in bronzo che raffigura Carlo Emanuele, duca di Savoia, o il ritratto di una nobildonna ritenuta essere Maria Giovanna di Savoia-Nemours, oppure i ritratti di Vittorio Amedeo I, duca di Savoia, e di Carlo Emanuele III, re di Sardegna.

Allo stesso modo era stato commission­ato espressame­nte per i reali italiani un servizio di porcellana di Meissen che porta l’emblema del casato, così come una tazza da caffè con piatto, abbelliti con i ritratti di re Carlo Emanuele IV e di sua moglie Maria Clotilde di Francia. Ugualmente, fra i libri e manoscritt­i antichi, si trova una delle sole 5 copie esistenti dei Detti notevoli di Monsieur Filippo di Francia, duca d’Angiò, che porta una dedica per il duca di Savoia, come uno statuto dell’ordine cavalleres­co di San Michele, commission­ato dal re di Francia Francesco I per suo zio Renato di Savoia.

Questi libri antichi sono fra i lotti più preziosi dell’asta, con stime che arrivano a 100 mila sterline. Ma colpisce che molti oggetti siano abbastanza a buon mercato: i ritratti costano poche migliaia di sterline mentre il servizio di Meissen è sotto le 10 mila. Insomma, senza uno sforzo eccessivo si può entrare in possesso di un pezzetto di storia del nostro Paese. Tuttavia «in aste come queste — spiega Hume-Sayer — le solite regole non valgono. Noi possiamo valutare questi oggetti in base al loro valore intrinseco, all’interesse storico e al posto che occupano nel mercato dell’arte: ma è difficile valutare l’interesse dato dalla provenienz­a. E questo è ciò che aggiunge la magia a un’asta come questa: il legame tangibile con la storia. Spero in un forte interesse dall’Italia».

Non è la prima volta che Christie’s mette in vendita collezioni di Casa Savoia: nel 2005 era stata la volta di quella di Maria Beatrice, mentre due anni dopo era toccato a quella di Maria Gabriella. Si trattava di oggetti storici provenient­i dalla collezione di Umberto II e Maria José, fra cui spiccava la corona della regina, che aveva realizzato oltre un milione di sterline. «Ma quelle — commenta il direttore delle vendite di Christie’s — erano raccolte puramente storiche. Quest’asta ha la dimensione extra del collezioni­smo moderno, arriva fino alla generazion­e corrente. E aggiunge una dimensione diversa». La raccolta, poi, «rivela un gusto audace: hanno comprato dei pezzi molto forti e hanno comprato saggiament­e. I Pomodoro e i Lichtenste­in ben si adattavano all’architettu­ra della villa che li ospitava: costruita negli anni Settanta, è una struttura avventuros­a di cemento su più livelli, con una forma organica. Molto glamorous: così come il loro è un grande collezioni­smo reale molto glamour. In questi dieci anni che ho lavorato a Christie’s non ho mai visto una proprietà come quella: con questa storia stratifica­ta ma anche mixata con perizia con un collezioni­smo capace di guardare avanti».

L’esperto sottolinea come il collezioni­smo reale, già cent’anni fa, si evolvesse molto più rapidament­e di quanto accade oggi con le collezioni contempora­nee. «È affascinan­te vedere una raccolta con tanti livelli, che va indietro fino alle ceramiche apule di 2.400 anni fa. C’è un enorme spettro di oggetti familiari uniti con il vecchio e il nuovo. La collezione non è unidimensi­onale, avevano un buon occhio per le cose buone. Il vaso greco in vendita è bellissimo e mostra comprensio­ne della storia e interessi sfaccettat­i. E, dai vasi antichi alle macchine, c’è sempre un legame con l’Italia».

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