Corriere della Sera - La Lettura
POTERE DIGITALE SFIDA A DUE SUL «5G»
Dimenticate gli armamenti nucleari. Siamo nel pieno di una nuova guerra fredda in cui il dominio globale si gioca sulla corsa al 5G, la rete di telecomunicazioni ultraveloce e ultrapotente che rende possibile le smart city, l’internet «delle cose», lo sviluppo di interfacce uomo-macchina. Lo spiegano Francesca Balestrieri, ricercatrice nel campo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie, e Luca Balestrieri, docente di economia e gestione dei media, in Guerra digitale (Luiss University Press). A contendersi il dominio geopolitico globale — sostengono gli autori, padre e figlia — sono gli Usa, impegnati nello sforzo di difendere un primato, e la Cina, protesa a conquistare la leadership. In mezzo, i territori, oggetto di un inedito colonialismo fondato sulla consapevolezza che città e luoghi sono miniere di dati per alimentare l’industria tecnologica.
Eppure sul 5G — l’«apriti sesamo!» che dischiude la grotta della prossima rivoluzione digitale — l’America ha la sensazione di rincorrere Pechino, che vanterebbe un vantaggio concreto in termini di infrastrutture per le telecomunicazioni, le torri e le celle utilizzabili dalla rete ultrapotente. Negli Usa ci sarebbero 4,7 siti ogni 10 mila abitanti, mentre in Cina il rapporto è di 14,1. In termini territoriali il dato è ancora più sorprendente: 0,4 siti ogni dieci miglia in America e 5,3 in Cina. Ma se il tema del primato tecnologico agita sospetti legati alla sicurezza nazionale e a tecniche di spionaggio, non siamo condannati a restare schiacciati in un brutale bipolarismo. Il futuro è ancora una sfida aperta ad assetti geopolitici più complessi e a una più equa distribuzione del potere tecnologico.